Esattamente un anno fa 9 Marzo, il Corriere di Taranto scriveva, riportando la cronaca del Comune, Il Magna Grecia tornerà a vivere. Meno male che la furbizia giornalista sta nell’usare l’allocuzione “sembra” all’inizio della frase, perché dopo un anno apparirebbe un fake.  La struttura come si vede dalla foto è ancora questa. Anzi lo scrivente ha visto due adolescenti scavalcare in uscita la recinzione, con la possibilità di farsi male, attrezzati da tuta e scarpette. Segnale inequivocabile della vocazione del sito che intanto è stato cannibalizzato di tutto quello che si poteva asportare.

Qualcuno potrà raccontare la storia di questo manufatto che fu realizzato da un privato, un facoltoso avvocato, se lo scrivente non ricorda male e poi ceduto al Comune forse già con la Di Bello per qualche miliardo di vecchie lire. Chi ha vinto secondo la news dello scorso anno è la Società Sportiva Dilettantistica Magna Grecia a r.l..  che un indiscrezione del social forum ci indica il dettaglio del raggruppamento composto da Cassalia Basile petroli,  Mario Pucci che gestisce il forno di viale Europa e Marco Saltamacchia. “Tutto in linea con quanto denunciammo all'epoca e cioè' che poteva partecipare e vincere solo Cassalia” ci dice l’interlocutore di fb aggiungendo:” Speriamo solo che partano e lo restituiscano alla fruibilità della città”. La polemica, citata anche dall'articolo di Marcello Di Noi è legata alle garanzie finanziarie dei bandi che pongono sempre alti fatturati degli anni precedenti, praticamente escludendo spesso anche i più capaci e volenterosi. Fatto sta che ora la struttura è cosi, a pochi mesi dal voto, mentre il comune si affanna ad asfaltare il quartiere Tre Carrare -Battisti le cui strade sono più sgarrupate evento che appare, per i cattivi pensatori, fruscio elettorale. Noi che non vogliamo far polemica ci aspettiamo il meglio per il territorio e la ripresa del Centro Magna Grecia sarebbe un segnale vero, al di là degli annunci, per un quartiere che senza quello appare moribondo e abbandonato, tenendo conto che già su quella strada c’è un vivaio che appare un fantasma avvolto nell’ecosistema. 

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