ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 31 Marzo 2017 00:00

Nello Collevecchio al CGIE:“In Venezuela è peggio di una guerra, l’Italia ci ha abbandonato”

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Nello Collevecchio- (Foto di Umberto Calabrese) Nello Collevecchio- (Foto di Umberto Calabrese)

Il consigliere CGIE è deluso e arrabbiato: “Sono qui per dire alla stampa quanto ingiustamente ci hanno lasciato nell'abbandono”

Nello Collevecchio, consigliere CGIE del Venezuela in quota MAIE, alla Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha portato sul tavolo la questione della grave crisi economica, sociale e politica che vive il Venezuela, scrive ieri l'amico e collega Ricky Filosa.sul giornale che dirige italiachiamaitalia.it, e ne pubblichiamo integralmente l'articolo.

“In Venezuela – ha detto Collevecchio – il dramma è noto ed è peggio di una guerra, ma sono qui per dire alla stampa quanto ingiustamente ci hanno lasciato nell’abbandono”.

Il consigliere con le sue parole ha dato voce a tutti quegli italiani in Venezuela che si sentono completamente abbandonati dal proprio Paese, l’Italia.

Il governo italiano sembra non interessarsi ai propri figli in terra venezuelana: “Tutto il mondo parla dei propri connazionali in Venezuela ad eccezione di Rai Italia”, ha denunciato il dirigente del Movimento Associativo Italiani all’Estero.

“Chiediamo il commissariamento del Consolato, e chiediamo di verificare se ci sia omissione di responsabilità e abuso di ufficio”, ha sottolineato, per poi proseguire: “Oggi non abbiamo servizi consolari, ai viceconsoli sono stati tolte tutte le facoltà, la non assegnazione dei fondi stanziati per i nuovi Comites è grave, abbiamo 42 connazionali in stato di indigenza che non ricevono alcun fondo. E’ tutto denunciato, ma non abbiamo mai avuto risposte. L’amore e la sensibilità verso lo Stato deve manifestarsi con il rispetto”, ha concluso il consigliere venezuelano del CGIE Nello Collevecchio.

ItaliaChiamaItalia continuerà a seguire la delicata situazione che vive il Venezuela come ha sempre fatto. Perché ci teniamo, nel nostro piccolo, a mantenere alta l’attenzione su questa emergenza di democrazia che ha colpito il Paese sudamericano. Perché è importante non fare finta di niente e continuare a lottare per la libertà.

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