ANNO XVIII Maggio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 01 Agosto 2015 00:54

Un bambino palestinese è stato bruciato vivo in un rogo causato da coloni israeliani. Israeliani uccidono 17enne palestinese

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Sale la tensione in Medio Oriente. Un ragazzo palestinese è stato ucciso dai militari israeliani mentre cercava di avvicinarsi ai reticolati di demarcazione fra Israele e la Striscia di Gaza, presso la località di Beit Lahya.
Fonti militari, citate dal sito Ynet, hanno detto che il giovane aveva ignorato ripetuti avvertimenti dei militari che gli ordinavano di allontanarsi. Un uccisione che arriva a poche ore dalla morte di un bimbo palestinese di 18 mesi, arso vivo nel rogo doloso appiccato da alcuni coloni ebrei la scorsa notte nella sua abitazione nel villaggio di Kfar Douma, vicino a Nablus. Secondo le prime ricostruzioni, il commando ha attaccato due edifici, uno dei quali fortunatamente era vuoto. Dopo aver tracciato sulle pareti, con lo spray, le scritte ebraiche "Vendetta" e "Viva il Re Messia" gli assalitori hanno scagliato all'interno bottiglie incendiarie. Presto sono divampate fiamme alte fino a cinque metri. Il piccolo rimasto ucciso si chiamava Ali Saad Daubasha. Il padre e la madre, Saad e Reham e un altro figlio di 4 anni, Ahmad, sono stati ricoverati in ospedale, in condizioni gravissime. Netanyahu in visita al fratellino del bimbo morto Il presidente e il premier israeliani, Reuven Rivlin e Benjamin Netanyahu, hanno fatto visita all'ospedale dove è ricoverato il piccolo Ahmed Dawabsha. "Vengo a trovare nel suo letto il bambino di 4 anni Ahmed Saed, che ha ustioni sul 60% del corpo. Stiamo facendo il possibile per salvargli la vita", ha detto Netanyahu in un comunicato. Il premier israeliano ha poi nuovamente condannato il "brutale assassinio". Ha ribadito: "Tolleranza zero nei confronti del terrorismo, da ovunque provenga". Anp: "Ci rivolgeremo alla Corte penale internazionale" L'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha detto che si rivolgerà alla Corte penale internazionale in seguito alla morte del bambino. E' quanto ha affermato il presidente dell'Anp, Mahmoud Abbas, sottolineando che "quanto accaduto a Duma si aggiunge al registro dei crimini commessi dai coloni e dal governo israeliano". "Se il governo israeliano volesse fermarli lo farebbe, parla di terrorismo ebraico, ma poi non prende misure", ha detto Abbas ai giornalisti, definendo questo episodio "un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità". "Porteremo questi crimini di fronte alla Cpi e chiediamo alla comunità internazionale di mobilitarsi, così come agli Usa chiediamo di esprimere cosa ne pensa su quello che sta accadendo, dopo che ha bloccato il processo politico", ha aggiunto Abbas. Ue chiede "tolleranza zero" verso violenza L'Unione europea ha chiesto a Israele di usare una politica a "tolleranza zero" contro le violenze perpetrate dai coloni israeliani, in seguito all'attacco in cui è morto il bambino. "Chiediamo responsabilità totale, l'applicazione effettiva delle leggi e tolleranza zero di fronte alla violenza dei coloni", ha detto in un comunicato un portavoce dell'Alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Ue Federica Mogherini. "L'uccisione a sangue freddo del bimbo palestinese Ali Dawabsha, commesso presumibilmente da coloni estremisti, ci ricorda tragicamente della drammatica situazione nella regione e sottolinea l'urgente necessità di una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese", si legge ancora nel comunicato. Rischio escalation della violenza Un'auto di coloni in transito nella zona di Ramallah è stata colpita da due proiettili sparati da un'automobile palestinese. L'automobilista israeliano ha risposto al fuoco. Non si segnalano vittime. Lo riferisce la radio dei coloni Canale 7. (rainews.it)
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