ANNO XVIII Maggio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 04 Maggio 2017 00:00

Se mi chiederete qualcosa nel mio nome io la farò

Written by 
Rate this item
(0 votes)


Santi Filippo e Giacomo (il Minore) apostoli, festa  
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti 15,1-8. 

Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, 
e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! 
Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, 
fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, 
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. 
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. 
Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. 
Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. 

 


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 14,6-14. 
In quel tempo, Gesù disse a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 
Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? 
Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. 
Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. 
In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre».
Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 
Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la faro»

- Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 
Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.» 

Così disse Gesù a Tommaso e così ha fatto con me: ho chiesto le origini linguistiche dell’umanità ed ho avuto, anzitutto, il nome zumero di Gesù, che nessuno vuol riconoscere, e poi il zumero corretto così come solo io lo enuncio!

Non è straordinario?

Anzitutto, voglio che vi commuoviate al nome zumero di Gesù vel GESH.BU, ‘Albero di conoscenza’; poi che vi convinciate che sumero si deve leggere correttamente zumero. Infine, che prendiate atto che il passo del vangelo di Giovanni, che la Chiesa propone oggi, 3 maggio, arriva nelle mie conclusioni del II tomo del mio H: cinquant’anni di maturità, iniziate il 17 marzo fino al 8 aprile –primo tomo – per proseguire il 9 aprile fino al 1 maggio (morte di mia madre nel 2008).

Ho scritto la  lettera al parroco don Silvano sul rifiuto del mondanismo spirituale (tema focale di papa Francesco) ed oggi ho la conclusione servita su un piatto!

H: Aldilà, inizio di Hubur, da leggere, probabilmente, in modo moderno così:

Huruburu. Ed è oroboro, il serpente alchemico medievale che nessuno collega al zumero! Un’unione di città zumera, uru, con l’anello ubu, circolo di BU, conoscenza, UB, Cielo!

In modo teologicamente moderno significa avulso dal circolo zumero che avvitava l’anno su se stesso nel fine anno, morte dell’anno con Neru.gal + Eresh-ki gal avvitati nell’amore regale degli inferi. A meno che, nel Kar.mur vel Zag.mu (-k), nella festa di capodanno non avvenisse il miracolo dell’amplesso della vita con la morte con la resurrezione ben narrata nell’11° libro delle Metamorfosi di Apulejo.

Immagino che qualcuno avrà letto qualcosa di archeologia, come, ad esempio: Antonio Invernizzi, Dal Tigri all’Eufrate, Casa Editrice Le Lettere, Firenze, 1992. Questa è archeologia classica, della materia, nella mia accezione. Colin Renfrew ha sanzionato Archeologia e linguaggio in due mondi separati in perdizione reciproca.

GESH.UB, ‘Albero del Cielo’, mi ha introdotto nel 2003 nell’archeologia del linguaggio, con 100 articoli in http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php&cmd=v&id=21113

- Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.» 

Io mi auguro che altri vorranno proseguire la mia ricerca magari correggendo errori possibili, e perché il demonietto della parola bib.bi sta sempre in agguato e perché sto per compiere i 69 anni, freno la decrepitazione con l’aiuto divino, ma la riconosco in tanti errori, in erroribus, zum. er.rur.ib.us. Dunque marciate, correggete, perché non ci sono limiti alla conoscenza possibile in Terra in chi crede in sé ed in Dio.

Con sequenza inversa.

Read 1170 times

Utenti Online

Abbiamo 1220 visitatori e nessun utente online

La tua pubblicità su Agorà Magazine