ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 05 Maggio 2017 00:00

Gesù disse alle folle, «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato»

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In quei giorni, un angelo del Signore parlò a Filippo: "Alzati, e và verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta". 
Egli si alzò e si mise in cammino, quand'ecco un Etiope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia. 

 


Disse allora lo Spirito a Filippo: "Và avanti, e raggiungi quel carro". 
Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: "Capisci quello che stai leggendo?". 
Quegli rispose: "E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?". E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. 
Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: Come una pecora fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. 
Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, ma la sua posterità chi potrà mai descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita. 
E rivoltosi a Filippo l'eunuco disse: "Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?". 
Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. 
Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c'era acqua e l'eunuco disse: "Ecco qui c'è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?". 

Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, ed egli lo battezzò. 
Quando furono usciti dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l'eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino. 
Quanto a Filippo, si trovò ad Azoto e, proseguendo, predicava il vangelo a tutte le città, finché giunse a Cesarèa. 

 


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 6,44-51. 
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 
Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 
Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 
In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. 
Io sono il pane della vita. 
I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 
questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo

http://www.agoramagazine.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=16787%3Ase-mi-chiederete-qualcosa-nel-mio-nome-io-la-faro&Itemid=713

Ieri ho sviluppato la promessa –Se mi chiederete qualcosa nel mio nome io lo farò- accennandovi al libro H appena finito e non avevo un editore. Poi l’ho avuto. A fine Messa mi sono ricordato di Roberto Da Re, della Kellermann, in piazza Salsa. Sono andato a trovarlo. Si è schermito. L’ho convinto a leggere e mi ha convinto a dedicare l’anno prossimo alla fecondazione del terreno in cui diffonderemo, dopo, il libro: l’archeologia del linguaggio ha solo dieci anni in internet, viene osteggiata e derisa dall’archeologia della pietra, ovvero classica, come Klaus Schmidt, ad esempio (l’autore ha rinvenuto I primi templi e si esime di dire una parola su ciò che ha trovato seguendo la scuola di De Saussure), ed ignorata dagli ambienti religiosi, che mi tengono in isolamento.

Filippo converte il funzionario di Candace.

Filippo, nato a Bethsaida, primo discepolo di Giovanni Battista, ha un nome che può venir etimato dal gr. greco antico Φίλιππος (Philippos), composto da φιλος (philos, "amico", "amante") e ‘ιππος (hippos, "cavallo"), mentre lascia problemi in ebraico, secondo Alessandro Conti Puorger[1],: In ebraico FilippoV si poteva traslitterale in , nome che di per sé non ha significato, ma se si suddivide  +  si può considerare formato dal radicale di due verbi:

  •  "Distinguersi";
  •  "camminare superbamente", "caracollare", "trotterellare".

"Si distingue nel cammino" e proprio così accadde per Filippo, come segnala il Vangelo di Giovanni e così avvenne pure per un altro Filippo segnalato dal libro degli Atti degli Apostoli.

In zumero, possiamo sillabare hi.lip.pu, zumero stretto hi.lib.bu con questo possibile significato: ‘conoscenza bu che fa gioire lib [e nel fuocobil] in unionehi col cieloub’:

  hi, he,

  v., to mix (cf., sar2/sar2) [hi archaic frequency][2].

 

hi-li-hi-li

v., to experience great pleasure; to rejoice (redup. ‘beauty, charm’)[3].

 

libi, lib [LUL] lib4 [IGI]

  slepeless; anxious, deathlly quiet (cf., igi…lib(4) [eyesigi sleepless lib]), li, ‘to rejoice, sing’, + bi, ‘to lessen, diminish’)[4].

 

bu (-bu) –i

  n., knowledge, awareness; shoot, scion, offspring (Akk., edutu, nipru).

  v., to grasp, clench; to sprout (cf., bur12/bu; bul(5)/bu(5))[5].

Ub = ‘cielo’, può venir riconosciuto in te.shub, ‘connessione. Lunash- cieloub’.

Leggo il paleonimo Candace, regina della città di Meroe, grazie alla Treccani on line:

Candace(gr. Κανδάκη) Titolo delle regine della città nubiana di Meroe in età ellenistica e romana. Di esse la più nota è quella che promosse una spedizione contro l’Egitto, al tempo del prefetto C. Petronio (25 a.C. ca.). Respinta, inviò ambasciatori ad Augusto, dal quale ottenne di essere esentata dal tributo, cui l’aveva costretta Petronio.

Dunque indago su Candace alla luce di Me.ru.e, ‘cuoree (del) sacroru Me parola creativa che dà nome ai nomi’:

kankal [KI.KAL]

  uncoltivated, inarable land, barren, barren soil (cf., ki.gal2; bad4)[6].

 

akan2, aka4, kan4 [KA2]

  door-frame, lintel [architrave] (cf., gish-ka2 (-an)-na[7].

-ce è complesso, scomponibile da dag.e

DAG.KISHIM5XGA

(cf., ubur) [8].

Questi tre lemmi vengono meglio compresi col rinvio finale ad hubur, vel:

hubur

netherworld (hab, ‘to rot, stink’, + ur2, ‘root; base’)[9].

Dunque emerge, kan.dag.e = ‘architrave. (da) terra incoltivata. all’Aldilà’.

 Filippo, la ‘conoscenza bu che fa gioire lib [e nel fuocobil] in unionehi col cieloub’, ha battezzato l’uomo di Candace, ‘architrave. (da)


[2] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 112.

[3] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 113.

[4] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 157.

[5] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006: 34.

[6] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 135.

[7] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 16.

[8] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 38.

[9] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 114.

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