ANNO XVIII Settembre 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 15 Maggio 2017 00:00

Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione

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Atti degli Apostoli 6,1-7.  In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. 


Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: "Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. 
Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico. 
Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola". 
Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. 
Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. 
Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran numero di sacerdoti aderiva alla fede. 
Prima lettera di san Pietro apostolo 2,4-9. 
Carissimi, stringetevi a Cristo, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, 
anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. 
Si legge infatti nella Scrittura: Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso. 
Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare, 
sasso d'inciampo e pietra di scandalo. Loro v'inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati. 
Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce. Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 14,1-12. 
I
n quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 
Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; 
quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. 
E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». 
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». 
Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». 
Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? 
Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. 
Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. 
In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre».

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». 
Gli disse Gesù: […]  Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. 
In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre».

*

Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. 

-Chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre- ora, e risorto sarò in chi crede che il Padre ed io siamo Uno insieme; perciò ne farà di più grandi, come far vedere nella vittoria del Portogallo, stanotte al Song Contest 2017, con una tenue melodia di due fratelli, un segno di pace.

Oltre a ciò, papa Francesco, nell’aereo di ritorno da Fatima, risponde ai giornalisti:

http://www.repubblica.it/vaticano/2017/05/13/news/papa_francesco_fatima-165371871/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P1-S1.4-T1

Cosa rimane ora per la Chiesa e il mondo intero dalle apparizioni di Fatima?

«Fatima è un messaggio di pace portato all’umanità da tre grandi comunicatori che avevano meno di 13 anni. La canonizzazione dei pastorelli è stata una cosa che all’inizio non era pianificata, perché il processo sul miracolo procedeva lentamente, poi sono arrivate le perizie e per me è stata una grande felicità. Il mondo può sperare la pace. E con tutti io parlerò di pace. Prima di imbarcarmi sul volo da Roma ho ricevuto degli scienziati di varie religioni che partecipavano a un convegno all’osservatorio vaticano. Un ateo, senza dirmi da che Paese veniva, mi ha salutato così: “Io sono ateo! Le chiedo un favore: dica ai cristiani che amino di più i musulmani”. Questo è un messaggio di pace!».

-Il mondo può sperare la pace. E con tutti io parlerò di pace- è l’orientamento di papa Francesco che ha canonizzato i bimbi pastorelli con meno di 13 anni, Francesco e Giacinta.

La santità dei bimbi pastori (analfabeti che vedono la Madonna) è il primo messaggio.

Io posso unire la mia testimonianza: suor Paola, non la terza pastorella in corso di beatificazione Lucia [che conferma la lentezza del processo, come dice papa Francesco], ma la vivente suora del sito in corso di chiusura a V.V., di Maria bambina, nipote di papa Papa Pio X [(in latinoPius PP. X, nato Giuseppe Melchiorre SartoRiese2 giugno1835 – Roma20 agosto1914) è stato il 257º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (1903-1914). Fu proclamato santo nel 1954 che ha modificato il nome di Riese in Riese Pio X] mi ha riferito di aver tagliato i capelli a papa Giovanni Paolo I, in ritorno da Fatima [costui è il fu vescovo Albino Luciani che mi cresimò nel 1960]. In chiacchiere, gli aveva chiesto che cosa gli avesse detto suor Lucia. Si rabbuiò: -Cossa vutu badàr a una cussì!- le disse, più o meno troncando il discorso. Morì 33 giorni dall’elezione. E la mia suor Paola passò per profetica perché aveva interpretato l’anticipazione della sua morte in ciò che la suora di Fatima aveva detto.

Io leggo -bi.m.bi- in zumero via lettura circolare del zumero in Halloran:

-bi- im

  Inanimate 3rd person possessive suffix plus enclitic copula –am3, ThSLa § 108.

Critica di ‘inanimate’: la voce am3en = ‘che vengaam (il) Signoreen’ offre chiarimento con:

am3 [A. AN]

  writing of coniugation prefix /a-/ with ventive element /-m/ in NS and OB texts – compared with im-ma .

en

   n., dignitary; lord; high priest or priestess; ancestor (statue); diviner [EN archaic frequency].

  v., to rule.

  adj., noble (cf., uru16 [EN] (-n)).

Non mi stanco di ripetere am.En, ‘che vènga il Signore’, fòsse pure la mia sola novità.

Il discernimento tra elementi animati ed inanimati è assolutamente estraneo alla concezione animistica zumera profondamente animata dall’animismo anche delle pietre. San Pietro (2,4-9) ci invita ad avvicinarci al Signore per essere pietre vive!

Io lo sono.

Gli Atti (6,1-7) narrano l’istituzione dei primi sette diaconi. Sette = im.in zumero, mentre parola è in.im. Leggo in.im = ‘corrente Spirito’. 

La parola anima, del resto, ignota ad Halloran se non nella forma soul, zum. su.ul, ‘mano. antica’, è hurrito-zumera: ani.ma, dove ani è il dio del cielo, che genera –ma , -am3, ventivo.

La lettera –m-

m

   a verbal prefix theorized to be a ventitive element, indicating motion towards the deictic center .

Il centro dimostrativo al quale il prefisso verbale –m- di bi-m-bi mostra di tendere trova attuazione in sha.m.ash, il sole di giustizia babilonese, che pare conservativo del senso

‘uterosha. Ventivom. Uno d’origineash’.

Soprattutto, per me, corrisponde al mur ‘verme’ di Terra di ognuno di noi,

certo di me,

mar; mur

  worm; earthworm.

che, grazie a Geshub, ‘albero-cielo’, prende ‘seme’, a-, e diventa a. mur, ‘amore’, vel am3ur, ‘che venga la base’:

am3 [A. AN]

  writing of coniugation prefix /a-/ with ventive element /-m/ in NS and OB texts – compared with im-ma .

 

ur2

  flour; base, foundation; lap, things, leg(s), flanks; loins, crotch; hip; root; trunk of a tree [UR2 archaic frequency].

Resta da chiarire bi- nonché –bi. Ib-la, ‘fuoco-oltre’, antico nome di Ebla, conservato nel nome dei monti iblei in Sicilia, la mostra come fuoco. E chiarisce il bil.ki.lib.ba come ‘doppio circolo di fuoco animato che circonda la Terra-ki-’.

Il demone pesatore della Terra e della Parola bib.bi tenderebbe a sterilizzare a.mur obbedendo ad Antashubba, vel Ba.bu.satàn [letto a rovescio per sillabe], demone della perdita della conoscenza.

Una conoscenza santa avviene con bib.bi.a, ‘semea apposto a bib.bi’.

Inoltre, il nome zumero di Gesù, GESHUB, chiarisce URUBURUS il serpente della storia.

Il lat. Jesus enuncia zum. Ge+shu-ush. Poiché:

ge

(Emesal reading of the verb me, to be).

Il verbo ME è essere in Gesù. Io invoco che stia qui con noi, plachi bib.bi e tenga lontano Raab, il caos.

Ge-shu+ush = me, mano su morte. Questa è la Resurrezione.

Gesù, che riconosco anche come zumero Ge.s.h.ub, ha proposto am.En, ‘-che venga-am il Signore –padre-‘, che è sempre su di lui. Lo proclama prediletto, lat. prae-dilecto, via lcz zum. par-e-dil-ek-tu:

barag, bara2, bar2, para10, par6 (per nds); bara5,6

   n., throne dais; seat of honour;   ruler, cult platform, base, socle; sanctuary, chapel, shrine; stand, support; crate, box; cargo; sack; sackloth, penitential robe; chamber, dwelling, abode (container plus ra (g), ‘to pack’) [BARA archaic frequency, ZATU].

  v., to comb out; to filter; to recover dehulled sesame seed kernels from the surface of saltwater with a comb, sieve, or coarse sackcloth.

  Adj., combed, filtered (said of wool, goat hair, sesame perfumes, flax). 

 

dili, dil [ASH]

  one.

  adj., each; single; alone; unique.

  adv., alone, by oneself.

eg2, ek2, ig2, e

  n., levee, embankment, bund, dike; a broad earthen bank, which sometimes accomodated a small canal running between two ridges along its top (cf., e –cuore nds-) (a, e4, ‘water’, + ig, ‘door’) [EG2 archaic frequency]

   v., to water (cf., e).

L’opera fatta in me è lat. Opus [abl. Opere zum. ub-ere], acc. Up-us, zum. stretto ub-uz, ‘Cielo-fine’ [abl. Ub-ere, ‘camminoere (del - nel) Cieloub’].

Il lettore che è riuscito a seguirmi lungo questi grafi astrusi avrà la gioia di condividere un percorso retto pur nell’intreccio circolare dell’uruburu.

am.En: che venga il Signore Unico e Trino!

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