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Mercoledì, 07 Giugno 2017 00:00

«Vergogna, voglio giustizia», l'urlo di Fabrizio Corona al processo

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"Vergogna, voglio giustizia". Perde la calma subito, all'inizio dell'udienza del processo a suo carico, Fabrizio Corona, imputato per quei 2,6 milioni di euro trovati in parte in un controsoffitto in parte in Austria e nel quale oggi è prevista la requisitoria del pm Alessandra Dolci.

Dopo le grida dell'ex 're dei paparazzi', che si è agitato per una produzione di atti da parte dell'accusa, il presidente del collegio Guido Salvini ha deciso di interrompere momentaneamente l'udienza e di disporre che l'ex agente fotografico fosse portato fuori dall'aula. Il pm di Milano Alessandra Dolci ha chiesto cinque anni di reclusione e una multa da 14.000 euro. Al termine della sua requisitoria il pm ha chiesto poi la condanna della Persi a 2,4 anni di reclusione e la confisca delle somme sequestrate.    

Il pm, tra l'altro, dopo alcune osservazioni dei difensori di Corona, aveva deciso anche di rinunciare alla produzione dei nuovi atti perché, ha spiegato, "io voglio concludere oggi" con la requisitoria e la richiesta di pena. Il giudice Salvini, prima di interrompere l'udienza, ha spiegato all'imputato che "questa è un'udienza importante per lei, stia tranquillo". L'udienza, dopo una breve pausa, è ripresa senza Corona in aula

"Sono stati contestati reati che riguardano condotte diverse tutte caratterizzate da frode, della creazione di realtà simulate che nelle nostre vicende non ci sono assolutamente", ha affermato l'avvocato Luca Sirotti che con Ivano Chiesa difende Corona nel processo nato dopo il ritrovamento di un tesoretto da 1,8 mln circa nel controsoffitto dell'appartamento di Francesca Persi, collaboratrice storica dell'ex re dei paparazzi. "Parliamo solo - ha aggiunto il legale- di somme incassate in nero e nascoste. Il diritto penale non si applica per analogia. Ha fattispecie precise che devono essere applicate con rigore". Le sue conclusioni difensive termineranno l'8 giugno.

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