Il delitto che sconvolse la Capitale
Prato ''è morto all'interno della sua cella stringendosi un sacchetto della spazzatura nella testa e inalando il gas della bomboletta che legittimamente i detenuti posseggono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande", fanno sapere Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe, e Maurizio Somma, segretario nazionale Sappe per il Lazio.
La Procura di Velletri che indaga sulla morte di Prato procede per istigazione al suicidio. L'indagine contro ignoti è coordinata dal procuratore Francesco Prete. Si dovrà verificare anche se il suo stato di detenzione fosse compatibile con le sue condizioni psicofisiche.
Prato aveva tentato di togliersi la vita almeno altre tre volte. I primi due tentativi nel 2011 e il terzo nel marzo del 2016, qualche ora dopo l'omicidio di Varani.(adnKronos)
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