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Giovedì, 20 Luglio 2017 13:39

TALK in CRAC Incontro con gli autori! In anteprima «Ombre sulla città perduta» di Silvano Trevisani

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Lunedì 31 Luglio, ore 19.00 SILVANO TREVISANI presenta, in anteprima, il romanzo “Ombre sulla città perduta”  |  Ed. Radici future, 2017 - Modera: Josè Minervini  |  Letture: Mario Calzolaro

Andrea, geometra di ventinove anni dalle vocazioni culturali represse e dalla scarsa reattività, ha perso il suo lavoro precario in una ditta del subappalto dell’Arsenale nuovo della Marina militare di Taranto, la stessa mattina in cui la città, per una sconcertante coincidenza, è stata svegliata da un’esplosione che ha ucciso due persone nell’Arsenale vecchio, sul Mar Piccolo. Sullo sfondo la città di Taranto, già provata dai suoi storici problemi: inquinamento e malattie derivanti, disoccupazione industriale, sistematico saccheggio delle vestigia storiche, deterioramento inarrestabile del prezioso centro antico. E non sono i soli problemi che attanagliano la comunità: tra questi l’ingombrante presenza della Marina militare, che da un secolo e mezzo ne decide i destini.

Silvano Trevisani, giornalista professionista, è caporedattore del settimana le Nuovo Dialogo e direttore della rivista culturale l’Officina - Laboratorio delle culture e delle storie. Ha collaborato con Repubblica Bari e l’Osservatore Romano, ed è stato responsabile delle pagine culturali del Corriere del giorno di Puglia e Lucania. Ha scritto molti saggi di storia, arte, critica, letteratura, oltre a libri di narrativa e poesia. Sua recente fatica “Michele Pierri e Alda Merini - Cronaca di un amore sconosciuto”.

 CRAC Puglia  |  Centro di Ricerca Arte Contemporanea Corso Vittorio Emanuele II, 17 – 70143 Taranto Orari di apertura Luglio: Mart-Ven 9.00-13.00, 18.00-20.00. Agosto: su appuntamento Info: Tel / Fax 099-4713316 / 348 3346377 / 334 7921142 / Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.m

Ombre sulla città perduta

Sinossi

Andrea, che faceva affidamento su quel lavoro per le promesse di prossima assunzione e per i suoi programmi di vita futura, è particolarmente avvilito per essere stato licenziato senza neppure una spiegazione. La ricerca della reale motivazione è alla base della storia che si sviluppa attorno a due filoni principali, tra loro forse neppure connessi: il tiro che gli ha giocato un tecnico settentrionale, che lo ha mandato a prendere una pratica di lavoro impiantistico nella stanza del comandante M.M. (risultata poi una pratica riservata), e la fortuita vicinanza di Andrea a due persone che si scambiavano informazioni riservate su una non meglio precisata Venere d’oro, della cui conversazione avrebbe potuto percepire qualche passaggio.

Nelle sue ricerche, Andrea è aiutato dall’amico Silvano, giornalista professionista che egli stesso aveva indotto a collaborare con giornale locale, la cui collaborazione egli sperimentò con “insuccesso” anni addietro. Di fatto, per il carattere debole e riottoso di Andrea, è proprio Silvano che guida le ricerche per risalire a questioni che si rivelano molto più grandi e delicate del previsto. Un’indagine che tocca l’anima stessa della città.

Nel frattempo Andrea, che flirtava da anni con Lilli, procace coordinatrice del centro sociale da entrambi frequentato, si innamora perdutamente di una ragazza indiana, che ha visto sul treno assieme ai due fratelli, con i quali veniva spedita dalla città col foglio di via. La ragazza, Shabana, torna a Taranto, in città vecchia, dove aveva amicizie, e intreccia con Andrea una relazione, che però sembra complicare ancora di più una vicenda tortuosa e intricata.

Così, mettendo insieme argomenti di solito poco considerati, come il contrabbando delle opere d’arte, l’inattuato risanamento della Città vecchia e soprattutto l’ingombrante presenza della Marina Militare, che da un secolo e mezzo decide i destini della città, e che non di rado è al centro di scandali per episodi di corruzione, la storia evidenzia ed esamina la complessa situazione esistenziale delle nuove generazioni e degli immigrati, spesso sfruttati in tutti i sensi, in una realtà difficile. La struggente bellezza dei luoghi, la ricchezza del patrimonio culturale sarebbero una base sicura su cui costruire la felicità. Ma i troppi ritardi storici, le inadeguatezze politiche e sociali complicano la vita e offrono terreno fertile a chi vuole pescare nel torbido e favoriscono una forte emigrazione giovanile.

Così, nulla è scontato, neppure nelle cause dell’attentato terroristico che ha scosso la città, la mattina del licenziamento di Andrea, e che l’ha messa per un po’ sullo stesso piano delle grandi capitali nordeuropee prese di mira dall’integralismo islamico.

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