Il fatto certo è che, al termine di una nuova giornata di proteste, ci sono stati altri due morti e piu’ di duecento persone arrestate, forse il numero piu’ alto dall’inizio delle manifestazioni contro Maduro.
Un altro giorno e’ passato e si avvicina la data del 30 luglio con la convocazione elettorale voluta dal presidente venezuelano per eleggere una nuova Assemblea costituente. Anche Mosca si affaccia timidamente negli affari del paese sudamericano, il direttore aggiunto del dipartimento di informazione degli affari esteri, Artiom Kozhin, ha dichiarato che in questo momento in Venezuela esiste il rischio della formazione di pericolose strutture parallele che, sulla scia delle proteste dell’opposizione, potrebbero destabilizzare l’ordine istituzionale.
Per il funzionario russo la consultazione di domenica scorsa contro le decisioni del governo ha avuto solo l’effetto di indebolire ulteriormente un equilibrio delicato auspicando una soluzione interna senza ingerenze esterne.
Al palazzo di vetro a New York intanto il diplomatico venezuelano Isaias Medina, che ricopriva l’incarico di ministro consigliere, ha lasciato il suo posto all’ONU criticando il comportamento di Maduro: “il mio partito politico si chiama Venezuela, prima viene il mio paese e il suo benessere, il presidente si dimetta”. Pronta la reazione dell’ambasciatore venezuelano all’Onu Rafael Ramirez che ha cancellato Medina dalla rappresentanza diplomatica. (agenzia Dire)
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