L'avventura parte da Kerman
La città di Kerman, capoluogo dell'omonima regione del sud-est dell'Iran, non lontana dal turbolento confine con il Pakistan (a rischio narcos ed estremisti sunniti), è la base mondiale per le escursioni nel deserto, dove sorgono i Kaloot. A Kerman sorgono infatti una miriade di agenzie, solitamente di recente costituzione e gestite da talentuosi giovani, che negli ultimi anni, soprattutto dopo il 2013, hanno trovato una fortuna inesauribile nell'organizzazione di escursioni. Partecipano turisti, gruppi di sportivi, poeti, scrittori e giornalisti; negli ultimi anni vi sono stati i cronisti di mezzo mondo, dal Guardian alla troupe di Rai2.
Lo si apprende nell'albergo rustico ma efficiente di Akhavan, a Kerman (stanza doppia sui 60 euro a notte), dove Amir, il receptionist tuttofare che parla ogni lingua (un ottimo italiano), continua a dare alla gente cartine e mappe indicando la strada per raggiungere i Kaloot; le cartine sono ottime e sono state stampate in persiano ed inglese dall'organizzazione per il Patrimonio Culturale, il Turismo e l'Artigianato, dicastero che sta battendo tutti i record in Iran, guidato da una delle donne potenti dell'era Rohani, la Zahra Ahmadi Pour.
Come arrivare al deserto
Dopo il villaggio di Sirch, si iniziano a vedere ai lati della strada delle formazioni simili a delle torri; si è disposti a giurare che siano opera della mano umana; da lontano infatti si ha l'impressione di scorgere lo skyline di una città islamica, con tanti minareti, ma avvicinandosi, si vedono le conformazioni di terreno che tolgono il fiato.
Il tramonto, spettacolo incredibile
Il tramonto del sole è uno spettacolo difficile da descrivere, soprattutto perchè ci sono 17 gradi di temperatura, mentre si sa che a mezzogiorno ci si avvicinerà ai 50 gradi; non è lontana dai Kaloot la famosa Gandom Beryan, dove secondo i rilevamenti della Nasa, si trova il punto più caldo della terra che fa registrare i 70,1 gradi centigradi.
I cerchi opera di 'demoni'
Ed infatti, i grossi cerchi che si scorgono sulla sabbia, sono, secondo la gente del luogo, opera dei Jinn, i demoni creati dal fuoco di cui parla anche il Corano; qualche turista dice che li hanno fatti gli extraterrestri, ma sono l'ennesima traccia del vero sultano di questo ambiente: il vento.
La possibilità di girare è ridotta; si ritorna in macchina al massimo alle 9:00, quando la temperatura è già insopportabile; il vento, che non smette di creare le sue opere artistiche, i Kaloot, tira fortissimo e cerca ripetutamente di portarsi via i cappelli ed i foulard delle signore, per lo più bionde e rosse, dato che per lo più provenienti dall'Europa. Spagnoli, italiani, tedeschi, olandesi, nel cuore del Kaloot, insomma, l'Iran non sembra affatto un paese isolato.(agi)
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