ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 28 Agosto 2017 00:00

Disse loro: «Voi chi dite che io sia?»

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Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto. In quel giorno chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkia; lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua sciarpa e metterò il tuo potere nelle sue mani. Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. 


Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide; se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. 
Lo conficcherò come un paletto in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre. 




Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 11,33-36. 
O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! 
Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? 
O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio? 
Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen. 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 16,13-20. 
In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 
Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 
Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 
E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 
E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 
A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo

La domanda posta ai discepoli da Gesù: «Voi chi dite che io sia?» mi viene riproposta oggi, domenica 27 agosto 2017 alle ore 2,54. Ieri ho avuto il lampo:

Stamane, in piazza Giovanni Paolo I, ricordato oggi a Messa per l’elezione a papa il 26 agosto 1978[1], Vally mi ha raccontato che suo marito si chiamò Marte! Io, studioso di Antares da 25 anni, cioè di Anath+Ares, ho bisogno di tempo per metabolizzare l’informazione.

Le chiederò anche a quali obblighi di riservatezza mi vincoli.

Il suo cognome resterà riservato, comunque sia. Mercoledì 23 avevo cominciato a scrivere Vally. Avevo appena saputo da lei il suo nome, anche se la riconosco da molti anni come una devota che frequenta la Messa ogni giorno. Ha solo un anno meno di me. Ha due figli generati con Marte.

Ecco. Partiamo da qui. Quante donne esistono nel 2017 sposate con Marte? Quanti di voi erano al corrente che Giovanni Paolo I, che fu stato vescovo di Vittorio Veneto col nome di Albino Luciani – che cresimò me nell’agosto 1960 a dodici anni- iniziò il suo pontificato proprio il 26 agosto 1978, in un giorno come ieri?

Supposto che tanti eventi combinino per caso, quante persone al mondo hanno dedicato 25 anni della propria vita allo studio della stella-teonimo Antares? Sono riuscito a raccontarvi che il nome compone due nomi divini, Anath + Ares?

Adesso, preparatevi al seguito, al Walalla e alla radice di Vally. Non è un nome cristiano Vally. Valeria lo è.

-Va lì- appare in internet nell’espressione ‘come va lì’ tradotta in inglese[2].

Treccani on line propone un interessantissimo valì, fr., dal turco, dall’arabo wali[3].

valì s. m. [dal fr. vali, che è dal turco vali, a sua volta dall’arabo wālī «governatore»]. – Nome (wālī) con cui erano indicati, fin dal 1° secolo dell’egira, i governatori delle province nello stato musulmano, conservato ancora oggi in stati arabi, come per es. l’Algeria. Anche nell’impero ottomano valì indicava il governatore delle grandi province in cui si divideva lo stato.

https://it.wikipedia.org/wiki/Wali

I termini arabi wālī e walī (spesso confusi nelle trascrizioni) hanno diverse accezioni importanti in ambito religioso e giuridico.

La radice su cui sono formate entrambe le parole, < w-l-y >, ha il significato principale di "essere vicino" e, per estensione, anche "essere amico" e "tutelare, sorvegliare". Nel linguaggio di tutti i giorni walī indica semplicemente un "vicino" o un "parente", ma in ambito islamico è importante distinguere:

Wālī (in arabo: ﻭﺍﻟﻲ‎, wālī) – colui che amministra una Wilāya ("provincia")

Walī (in arabo: ﻭﻟﻲ‎, walī) – il parente maschio della sposa il cui assenso è (a seconda delle legislazioni e delle scuole giuridiche) necessario o semplicemente raccomandato per la celebrazione del matrimonio islamico; indica anche il patrono che conceda la sua protezione a un essere umano estraneo al gruppo o l'ex padrone di uno schiavo da lui affrancato, che si assume l'onere di proteggere il suo liberto

Walī (in arabo: ﻭﻟﻲ‎, walī) – un "amico di Dio", cioè, nell'ambito dell'Islam, una persona di conclamata religiosità che si ritiene abbia avuto una speciale relazione di intimità con Allāh

Walī l-ʿahd (in arabo: ﻭﻟﻲ ﺍﻟﻌﻬﺪ‎) – erede designato al califfato

Giovanni Semerano offre un eccellente sviluppo all’arabo wali[4]:

Odino è come Zeus, Iuppiter, Giove, ipostasi della pioggia, dell’acqua che scende dal cielo: la forma Odhinn corrisponde ad accad. Wadi-ini (le acque delle sorgenti): wadu (‘onrush of water’) e inu (‘spring’). L’etimologia […] di Odino […] una base antica; ad accad. Adad, Addi, Dada, dio della tempesta che ebbe culto dapprima fra i semiti occidentali; fu detto anche Mer, Mur, Mermer, Ishkur, Ramanu, Te-esh-shu-ub: i suoi titoli lo definiscono dio della tempesta, del fulmine, del tuono, della pioggia, del diluvio, toro sublime, nome splendente, leone del cielo. […] La sposa di Odino, Frigg corrisponde ad accadico birqu, berqu (il lampo) e non diversa etimologia sembra avere Bragi il dio dell’arte poetica, nome che pare inteso come “guerriero”, ma che significa “folgorante”: accadico baraqi (del fiammeggiante, del lampo; di una signora viene detto in un testo accadico burruqat, cioè che ha occhi fiammeggianti.

Odino, ‘Valfodhr’, inteso “padre degli uccisi”, è il signore del Valalla, voce intesa come “sala dei caduti”: Valr “uccisi” e holl “sala”. È da presumere che Valalla corrisponda originariamente alla remota base accadico-sumera (w)arallu (inferi) incrociatasi con accadico ekallu (la grande sala del palazzo, la stessa etimologia di sum.-accad. eshgallu (il grande tempio), sum. urugal. L’influsso popolare ha calcato le antiche basi su quella corrispondente ad accadico alala, grido di guerra.    

In particolare: […] “il gorno di Thor: ant. a. ted. donarestag. In realtà l’interpretatio romana di Donar, Thunaer, è giustificata da una base originaria che significa “che ha o che reca la potenza” “il potente”, “forte”, detto di divinità accad. dannu (‘strong, powerful, mighty, great: said of gods’): dannu , con affisso che significa “portatore”: accad. aru (‘to bring’).  

Dun.a è guida di questa ricerca.

Sidone, odierna Saida.

[..] Sidone e i Sidoni tornano in Omero, Il., VI, 290, XXIII, 743 sg.; Od., IV, 83 sg., 617sg., XIII, 285, Sidan nella tavola dei popoli è dato (Gen., X, 15) come primogenito di Canaan e l’essere designati i Fenici col nome di Sidoni attesta la supremazia della città sulle altre fenicie. Il nome richiama alle origini una città fortificata: accad. dunnu (fortezza), dannu (potente) e la sillaba Shi- che in accadico è sostantivo, del sole [shi-il x shi-il-la-ba nds], denota l’altura, il promontorio su cui la città si levava[…][5].

Celti

Alcuni componenti si deducono dai toponimi più comuni. Notevole importanza ha la voce –dunum, in Senodunum (Irlanda: Shandon), Lugdunum (Francia: Lione; Olanda, Leida), Campodunum (Baviera: Kempten), Ebrodunum (Svizzera: Yverdon); Alpi Marittime: Embrun), Virodunum (Francia: Verdun); Caladunum (Portogallo), Noviodunum (Svizzera: Nyon; Romania), Singidunum (Belgrado); Augusto-dunum (Autun): tale componente –dunum, col valore di oppidum “fortezza” corrisponde ad accadico dunnum (‘fort, fortified house and area; strength, foundation’): si pensa al murus gallicus, rinsaldato da strati di pietre e travi di legno, la compatta struttura delle mura nell’Odilienberg, tipo di costruzione che si disse appresa dai Greci; ialo luogo: accad. alu (sito)[6].

Dardani.

Illirici, stanziati nell’età classica a nord della Macedonia, sulle rive dell’Axius (Vardar) e della Morava, fra le sorgenti del Timacus (Timox) e quelle del Dricon. Loro tribù erano quelle dei Galabrii e dei Thunatae. L’etnico Dardani corrisponde ad accadico tartanu, ebraico tartan (‘title of an Assyrian dignitary, general or fieldmarshal’): si tratta cioè di sudditi di un dignitario; l’etnico Galabrii si chiarisce con le stesse basi di Calabri mentre Thunatae deriva dalla base corrispondente ad accadico dunnum (‘fortezza’) che riaffiora in tanti toponimi celtici[7]

 Veniamo a noi, alle 3,21 di domenica 27 agosto 2017, chi dite che sia colui che sta conducendo tutto questo gioco?


[4] Le origini della cultura europea, Firenze, Olsckhi, 1884: 304, 305, 306, 307.

[5] Le origini della cultura europea, Firenze, Olsckhi, 1884: 392.

[6] Le origini della cultura europea, Firenze, Olsckhi, 1884: 381.

[7] Le origini della cultura europea, Firenze, Olsckhi, 1884: 384-385.

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