ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 08 Settembre 2017 00:00

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca»

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Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 1,9-14. Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, 

 

Ieri sera sono andato dal mio Gruppo Archeologico del Cenedese. Io l’ho presieduto per dieci anni, dal 2006 alla primavera del 2016. L’anno scorso si prospettava la celebrazione del suo 40° compleanno in autunno. Mi chiesero di dimettermi. Io mi dimisi. Ma, per l’occasione mi chiesero anche di non fare il mio intervento espositivo perché la Soprintendenza archeologica di Padova non ammetteva l’archeologia del linguaggio.

Ed io non andai al convegno. Evitai il Gruppo fino ad ieri sera. Nel mattino di ieri ero andato nella banca locale alla quale avevo iscritto il Gruppo, ma non me, a chiedere la sponsorizzazione per avviare il ciclo di sette pubblicazioni –una al mese- di archeologia del linguaggio, che inizierà il 12 ottobre, celebrando la scoperta dell’America. Avevo proposto la mia domanda a titolo personale non avendo più cariche sociali. La banca, col funzionario che mi conosceva bene, mi rispose che non avrebbe finanziato un non correntista, ma l’avrebbe molto probabilmente fatto al Gruppo. Perciò andai al Gruppo, dove l’attuale presidente è tanto innocente da non aver capito ancora lo sgarbo fattomi. Ci sono andato confidando in Gesù, ma con la stessa propensione di Pietro, che, all’invito di calare le reti, pensò che non avrebbe preso nulla, confidando nella sua esperienza. E tuttavia lo fece come io ho fatto.

Il Gruppo ha accettato la mia richiesta. Il cassiere Pietro andrà in banca a spingere la mia domanda. Sono felice per aver rispettato l’ordine delle cose evitando di fare il furbo approfittando della confidenza personale. Sono felice che il Gruppo mi voglia ancora bene.

Sono felice perché Gesù non abbandona nessuno che confidi in lui.


perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; 
rafforzandovi con ogni energia secondo la potenza della sua gloria, per poter essere forti e pazienti in tutto; 
ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. 
È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, 
per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati. 
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 5,1-11. 
In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret 
e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 
Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. 
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». 
Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 
E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. 
Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. 
Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». 
Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 
così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». 
Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. 

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