ANNO XVIII Maggio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 11 Settembre 2017 00:00

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo

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Così dice il Signore: «Figlio dell'uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia. Se io dico all'empio: Empio tu morirai, e tu non parli per distoglier l'empio dalla sua condotta, egli, l'empio, morirà per la sua iniquità; ma della sua morte chiederò conto a te.


Ma se tu avrai ammonito l'empio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità. Tu invece sarai salvo.


Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 13,8-10. 
Fratelli, non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. 
Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. 
L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore. 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 18,15-20. 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 
se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 
Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. 
In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo. 
In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. 
Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro

 

Il vangelo di domenica 10 settembre è preziosissimo. Il lettore pazienti perché cercherò di toccare la dimensione religiosa, non mia propria, per portarlo a quella linguistica sulle origini della lingua dove suppongo di aver competenza.

Gesù ammonisce sul comportamento da tenere tra cristiani nel caso dell’interruzione della fratellanza.

L’Emmanuele è tra di noi concretamente.

Poiché dove due o più uniti nel suo nome creano la società cristiana, nel caso in cui uno commetta colpa verso l’altro il danneggiato colpito dall’oltraggio sia avveduto perché deve rendersi responsabile subito della ricostruzione del rapporto altrimenti il danneggiante rischia di restar escluso dal circolo di coloro che si salvano. Quello che legherete in terra sarà legato in cielo e quello che scioglierete in terra sarà sciolto in cielo. Non è solo una facoltà del Papa quella di confermare o scindere il legame di Chiesa; è anche e soprattutto di ogni cristiano. Con papa Francesco, che ci ripete ossessivamente di pregare per lui, oggi nella terra dei narcos, noi non dovremmo perdurare nell’errore individuale di confrontarci solo con Dio. La situazione odierna di prevalenza di confusione di legami religiosi ed umani può non avvertire sulla loro diversità. Io ho ben chiari i miei rapporti umani anche religiosi e quelli normali. Il datevi il segno della pace praticato nella Messa non mi fa dimenticare che sancisce un’unione che molto spesso non è consolidata da un reale coinvolgimento globale nel rapporto di comunità. Dunque, può avvenire spesso che non esista la pratica comune di esser parte di un’assemblea sociale dalla quale resterebbe escluso chi interrompe la fraternità e persevera nell’errore. Chi dà quel segno di pace ad un altro e rimanesse dubbio su un torto subito provveda ad aprire un dialogo sulla ferita in modo da farla risanare.

L’amore è la realtà più preziosa. Lo sappia l’offeso. Se ama suo fratello si preoccupi di recuperarlo perché Dio chiederà conto all’offeso della morte religiosa del responsabile del dissidio.

La totalità, dunque, ha due dimensioni: una religiosa ed una umana.

Io vi do una descrizione dello studio del paleonimo Sikilia in Sicilia preoccupato della dimensione linguistica, senza avventurarmi nella troppo facile e pericolosa liturgia religiosa per segnalarvi la dimensione di purezza in cui ci introduce.

Che cosa nasce dal frazionamento della sillaba di Sic -[ilia] in Sicilia?

Il nome della Sicilia nasconde il paleonimo zumero Sikilia.

Vi do i sumero-grammi che giustificano l’attenzione:

sikil

   v., to be/make (cultically) clean, pure (siki, ‘hair’, + ul, ‘to shine’; cf., suku5, ‘to shine, brightly’, sig7, ‘to create’; to make beautiful’) [SIKIL archaic frequency]. 

 ia

  luogo. 

[Il teonimo Aia, sposa di Shamash, può venir scritto –ia.

Aia, la tua amata sposa, -salve!- ti dica,

tu, Shamash, primo degli dei, muoviti a pietà- [A Shamash per avere serenità e sicurezza di vita]

Come Shamash [ß Ash [Uno d’origine] + m ventivo + sha utero] è un circolo di mash = ½ così Aia è circolo di –ia].

Del teonimo Aia è rimasto aia lo spiazzo agricolo.

Sikil-ia = ‘luogo di purificazione’. Poiché questo –ia = aia importa l’accettazione della teoria della lettura circolare del zumero mi preoccupo di descrivervi la generalità di sikil.

Osservo intanto il frazionamento:

sik-il

   v., to be/make (cultically) clean, pure (siki, ‘hair’, + ul, ‘to shine’; cf., suku5, ‘to shine, brightly’, sig7, ‘to create’; to make beautiful’) [SIKIL archaic frequency].

Qua, -il corrisponde a Dio [come nota Robert A. Di Vito].

Siamo al top della generalità, dentro al bil.ki.lib.ba, ‘doppio circolo di fuoco di cielo e terra’.

Mentre sik/siki è:

siki, sik2, sig2

  hair (of head, beard, body); wool; fur, hide (cf., tug2-siki) (si, ‘long, thin things’, + ki, ‘place’) [SIG, archaic frequency].   

Qua, siamo nella dimensione religiosa curata fin dai bonzi tibetani del radersi i capelli ostacolo alla connessione col divino.

Adesso osserviamo la totalità kisi ribaltata rispetto a siki:

kisi, kis, kes

  totality, entire political world (name of the powerful city in the north of Sumer (recte east) that first bound toghether and defended the city of Sumer (place + many) [KIS archaic frequency].

La lettura circolare del zumero propone kisi = siki!

Poiché l’identificazione con Zumer prospetta possibili obiezioni di unicità di luogo:

kisal

  temple or palace courtyard; weight measure (ki, ‘place’, + sal, ‘spacious’) [KISAL archaic frequency: 145?; concatenates 5? sign variants].

Il tempio, kisal, kis-al, ‘totalitàkis altaal ‘ pari all’acropoli della città, la cittadella, arx, arcis..arce in latino.

Un altro significato generale di kisi, kis vel siki, sik è chamber pot, vaso da notte, che include chiunque:

kisi

  camber pot (kas3, ‘urine’, + si14, ‘a small pot’).

Saltiamo di nuovo, ora, ad un significato generalizzante, tipo Shamash:

kisi4

  half; forelock (sign of a freeman; contrast gar3, kar3 (ki, ‘place’, + she3, ‘portion’).

Ancora, ‘mano’, ‘sigillo’ indicata da

kisib (3)

  n., hand; first; paw; cylinder seal; sealed bulla, document; receipt (followed by the PN or office doing the receipting) (localised imperative of kes3, ‘to snatch; to bind’ + ‘bind it!’).

  v., to seal.

Addirittura il sigillo del governatore:

kisib-ensi2-ka

  the governour’s seal (‘seal’ + ‘city governor’ + genitive + genitive).

Il sigillo, lat. sigillu, dim. di signum, postula zum. sig.il.lu:

shig7 [IGIgunu]; si12(-g), se12(-g), se7(-g)

  v., to let live; to create, to live; to dwell, to complete; to be or make pleasant or beautiful; to garden; to pull out weeds; to tear out, to leave; to complain; (suppletion class verb; in the meaning ‘to leave (in a place)’ [nume nds], sig7 is the plural stem of til3) (si, ‘upright stalks’ + eg2, ‘to water’) [SIG7 archaic frequency].

Invito il lettore ad osservare attentamente questo shig7.

Poiché il dizionario Halloran non è avvertito di il = Dio (!), vi passo numerosi suoi lemmi, comprensivi di lu = soggetto, che comportano questo significato:

il5

 (cf., ili5)

il2-la2

  elevation; heigts (‘to raise, to lift up’ + lal, ‘to measure, weigh’; cf., dun3-la2, ‘depression’ and ib2-la2, ‘depression’ and ib2-ba-la2, ‘flat country’) .

ila2, ili2, il2

  n., carrier; basket; head load (loan from Akkadian elu(m) III, ‘to raise/be high’; cf., Orel & Stolbova #1102, *’flay- “raise”).

  v., to lift, carry, bear; to gather, deliver, bring; to endure; to support; to promote; to carry forward (in accounting); to be high; a rare OB math. term, to multiply; to shine (il2-i in maru).

  adj., raised, honored, elevated.

(gis) il-lu-ur

 a syllabic writing for gisilluru; a tree, perhaps Melia azedrach, ‘Chinaberry’ (Akk., zanzaliqqu).

gisilluru, illulu, illar, ilar,

  throw-stick; bow; arc (made from poplar, apple, and oak tree wood) (ila2, ‘to lift’, + ru, ‘to send’).

illu [A.KAL]

  high water, flood; (amniotic) fluid, exudation, resin; reservoir, water basin (designation of soil in land survey texts).

ilimmu

nine ([…]).

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