ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 16 Settembre 2017 00:00

Carosino (Taranto) - Amore senza frontiere - Autori a confronto

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Venerdì 22 settembre 2017- Presso Castello D’Ayala Valva Piazza Vittorio Emanuele _ Carosino ore 17,00 -  Seconda giornata per la celebrazione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer con la Onlus Falanthra

 Presentata da Silvana Tarantini (ex funzionario dell’Archivio di Stato di Taranto) quale co-fondatrice di Falanthra Onlus la serata si svolgerà nella bella cornice del Castello medioevale del Conte D’Ayala Valva di Carosino con il patrocinio del Comune. Gli autori a confronto sono:

VINCENZO MONFREGOLA

“Nelle navi di cemento e amianto”

 

CHEIKH T. GAYE

“Prendi quello che vuoi, ma lasciami la mia pelle nera”

 

CARLO DILONARDO

“Io. Il mio viaggio”  Storie di quattro migranti che ce l’hanno fatta

 

Relazionano:

Roberto De Giorgi; coeditore di Agorà Magazine

Matteo Schinaia; giornalista e direttore di Taranto Eventi

 

Durante la serata ci saranno momenti di letture e interpretazioni teatrali da parte di: Antonio Fanelli, Cesare Natale e Daniela Lelli.

Scheda

VINCENZO MONFREGOLA “Nelle navi di cemento e amianto”

«In questo libro c’è il racconto dei miei anni, percorro con i lettori il tempo che mi ha portato alla scelta del “chi” diventare da grande, chi esser per me stesso sui principi educativi che mi sono stati trasmessi. É un esperimento, un progetto che ho sviluppato nel tempo, è un percorso che mi ha portato alla consapevolezza di quanto io abbia vissuto in assoluta armonia grazie alla mia famiglia». Nelle navi di cemento e amianto è un doppio libro, le poesie si alternano col raccontarsi del poeta. È l’autore che si sveste e regala l’anima ai lettori. «Guardarsi riflesso nello specchio del tempo, là dove l’infanzia viene rubata. Nelle navi di cemento e amianto esiste un solo colore, di grigio si veste un bambino ma trova il sorriso dove i fiori sembrano avere i petali tinti di nero».

CHEIKH T. GAYE

“Prendi quello che vuoi, ma lasciami la mia pelle nera”

Un racconto lineare che come sgranando il rosario ci porta anche nel Senegal a respirare riti e tradizioni che l’autore, che vive in Italia, scrive in forma di lettere all'amico Silmalkha, raccontando e intervallando ricordi personali della sua famiglia accanto al genius loci che esiste ovunque, anche sotto l’albero del Baobab. E un libro che affascina dove la differenza di colore della pelle è davvero l’ultima cosa a cui pensare e le contraddizioni dell’umanità occidentale stridono al confronto della semplicità naturale di un Africa che è stata depauperata per secoli sia di beni naturali che della stessa forza giovanile umana sottratta con lo schiavismo ritardando volutamente lo sviluppo economico che ora si addita quasi come colpa.

CARLO DILONARDO

“Io. Il mio viaggio”  Storie di quattro migranti che ce l’hanno fatta

L’autore fa un operazione straordinaria offrendo il microfono a quattro rifugiati arrivati in Italia e sistemati in strutture protette che raccontano il loro viaggio allucinante. Il sottotitolo “Storie di quattro migranti che ce l’hanno fatta” ripropone per intero il dramma di questi tempi dove la comunicazione istituzionale e anche la stampa parla solo di numeri e di tragedie del mare. Questo libro svela la cosa più semplice che dovremmo capire e sapere, dietro a quattro storie ci sono quattro persone, Ajmal, Afganistan; Hussein, Iraq; Mohamadmehdi, Iran;Wasim, Palestina (rdg) 

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