Il lungometraggio fa luce sulle condizioni in cui vivono le minori detenute nelle carceri femminili in Iran, dove le ragazze sono giudicate penalmente responsabili per legge a partire dai nove anni e possono essere condannate a morte per impiccagione per crimini quali omicidio, traffico di droga e rapina a mano armata. Molte delle detenute devono aspettare in carcere di compiere 18 anni, quando verrà eseguita la condanna a morte.
Oskouei ha raccolto in ‘Sogni senza stelle’ le confidenze di ragazze che si trovano in un centro di detenzione e di riabilitazione per minori a Teheran e ha filmato la loro vita quotidiana. Il regista alterna scene di vita collettiva a interviste con le ragazze nella grande stanza in cui vivono o nel cortile del centro.
Non mancano i momenti di ironia, ma dalle testimonianze emerge la disperazione di queste ragazze, le loro storie fotografano uno spaccato della società iraniana e della dimensione familiare. Il film è stato premiato in diversi festival tra cui quello di Berlino dove vinse il premio Amnesty International insieme a ‘Fuocoammare’ di Francesco Rosi.
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