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Venerdì, 29 Settembre 2017 11:18

CGIl - Call center, a Taranto ennesimo caso di sfruttamento

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Lumino (Slc Cgil): «Violato l'accordo siglato due mesi fa. Fastweb difenda i lavoratori»  «Fastweb da che parte sta? Da quella dei lavoratori o da quella di chi li sfrutta?».

È la domanda posta da Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil di Taranto, a poche ore dalla scoperta di un nuovo call center che sfrutta i lavoratori tarantini sottopagandoli nonostante la committenza sia il colosso di telecomunicazioni che proprio pochi mesi fa ha aderito all'accordo sottoscritto dalle organizzazioni sindacali nazionali e le associazioni datoriali delle Telecomunicazioni, sia per i gestori che per i call center: un documento che sancisce la disciplina dei contratti dei lavoratori in outbound, cioè quelli che effettuano telefonate per offrire proposte commerciali.

«Abbiamo scoperto - ha spiegato Lumino - un "nuovo" call center (solo nel nome, però, dato che la gestione è una vecchia conoscenza di questo sindacato) che lavora per conto di Fastweb, ma sottoscrive con i propri dipendenti contratti individuali ignorando gli accordi nazionali: ai lavoratori, quindi non viene riconosciuta una retribuzione oraria di 6,50 euro. La gestione del call center, inoltre, sotto altri nomi in passato era già finita sulle pagine della cronaca per casi di sfruttamento di lavoratori: ancora una volta, quindi, non possiamo che indignarci di fronte alla spregiudicatezza di chi pensa di poter eludere le leggi dello Stato. Questa volta - ha continuato il sindacalista tarantino - siamo ancora più sconcertati perché vogliamo capire fino in fondo a quale gioco stia giocando Fastweb. Siamo sinceramente stanchi di sentirci di dire "che non sapevano": non più essere questa la giustificazione da fornire rispetto alla violazione di accordi che penalizzano i lavoratori».

Secondo Lumino la multinazionale del settore «conosce bene la situazione e non può far finta di nulla: anche il dovere di intervenire e affermare pubblicamente se è accettabile o meno che il call center a cui si è affidata retribuisca con circa 3 euro netti per ogni ora donne e uomini che svolgono un lavoro stressante che fino ad ora si è svolto nell'assoluta mancanza di regole.

L'accordo del 31 luglio avrebbe dovuto porre un freno a questa nuova schiavitù e vogliamo denunciare la vicenda affinché quei lavoratori vengano garantiti con condizioni contrattuali "normali"».

Il segretario della Slc Cgil ha voluto così rilanciare l'iniziativa politica e sindacale sui call center per il rispetto per le regole e della dignità delle persone: «il 13 Ottobre, nel corso della nostra iniziativa sui call center, davanti a rappresentanti nazionali delle associazioni datoriali di categoria e di istituzioni, rilanceremo - ha concluso Lumino - il nostro messaggio secondo cui questo settore può dare lavoro, ma lavoro buono e di qualità. Quello che abbiamo appena scoperto non possiamo definirlo tale: Fastweb batta un colpo e decida da che parte stare».

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