ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 17 Ottobre 2017 00:00

Vaccini, c’è un vulnus nella legge? L’Ordine dei Medici chiarisce «Consenso informato necessario»

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ROMA – Vaccinazioni obbligatorie e consenso informato. Esiste un nodo burocratico a cui la legge che rende obbligatorie le vaccinazioni per l’iscrizione a scuola sembra soccombere.

A denunciarlo è un medico di una Asl di Roma, che nei giorni scorsi si è trovato davanti al caso di alcuni genitori decisi a non firmare il consenso informato per i propri figli, appellandosi all’obbligatorietà della legge dello Stato: “Perché dovrei firmare se l’obbligo è legge?”, è stato il ragionamento dei genitori.

Di fronte al diniego, l’impasse dei camici bianchi: “Procedere comunque con la puntura o fermarsi per non correre alcun rischio?“, il loro interrogativo. In molti, quindi, si sono fermati chiedendo all’Ordine dei medici di fare chiarezza sul caso.

Il risultato è che ancora oggi, a scuole iniziate, alcuni bambini della Capitale vanno in aula senza essere vaccinati. Almeno fino al 10 marzo 2018, quando tutti dovranno presentare la documentazione comprovante l’avvenuta vaccinazione.

A dare una risposta ai colleghi in difficoltà è stato il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Giuseppe Lavra: “Il principio del consenso informato, nel caso di minori, espresso dai genitori, è un principio cardine per l’espletamento di qualsiasi attività sanitaria“.

Un atto sanitario posto in essere in assenza di consenso, infatti, può “integrare un illecito civile, penale e deontologico”, secondo Lavra, per cui non c’è nessun dubbio: il consenso informato da parte dei genitori anche nel caso dei vaccini serve.

“L’obbligatorietà della vaccinazione- spiega ancora il presidente dell’Omceo Roma- non sembra comportare alcuna deroga al principio per cui il medico, dopo aver escluso che possano esserci circostanze ostative alla vaccinazione e dopo aver opportunamente informato il genitore, debba raccoglierne il consenso prima di procedere alla vaccinazione“.

E nel caso in cui “immotivatamente” il genitore si rifiuti di sottoporre il proprio figlio all’obbligo, la reazione dell’ordinamento non è quella di “imporre coattivamente la vaccinazione”, ma di “sanzionare il comportamento a livello amministrativo”, conclude infine Lavra.

In altri termini, secondo l’Omceo di Roma la mancata firma del consenso informato da parte dei genitori equivale alla mancata vaccinazione dei figli, e quindi comporta le sanzioni previste dalla legge entrata in vigore a luglio. (agenzia Dire)

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