ANNO XVII Ottobre 2023.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 12 Agosto 2015 20:24

Cina, doppia svalutazione Yuan Borse a picco, Milano a -2,9%

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Roma - Doppia svalutazione dello yuan in 24 ore, con una mossa che non ha precedenti dal 1994. La decisione imprevista delle autorita' cinesi destabilizza i mercati europei e si teme che possa dare il via a un nuovo capitolo delle guerre valutarie. Le borse chiudono in forte ribasso.


  L'indice Ftse Mib segna un calo del 2,96% a 22.997 punti, poco sopra i minimi di giornata, l'All Share termina la seduta a -2,88%. A Piazza Affari pesano i timori per il possibile impatto sull'export delle aziende che hanno puntato sui mercati asiatici. Tra i settori presi di mira quello dell'automotive, con Fiat Chrysler che accusa un -6,46%, mentre nel gruppo Cnh cede il 3,96%. Giu' Brembo (-4,07%), tra i mezzi di trasporto Piaggio perde il 6,57%. Colpito anche il lusso, con Luxottica -4,65%, Ferragamo -4,91%, Yoox -4,26%, Moncler -3,94%, Moleskine -5,36%. La banca centrale cinese ieri ha svalutato lo yuan dell'1,86%, oggi dell'1,6%, chiudendo in calo dell'1% circa a fine seduta. E secondo fonti vicine ai circoli governativi, sono forti le pressioni politiche per svalutare ancora la moneta e favorire l'export e l'economia. La spinta sarebbe per svalutazioni graduali, che evitino fughe di capitali e non disincentivino l'utilizzo dello yuan nelle transazioni internazionali. Secondo gli esperti cinesi il deprezzamento dello yuan per essere efficace e aiutare veramente l'economia dovrebbe essere intorno al 10%. Il ministero del Commercio di Pechino ieri ha ufficialmente apprezzato la svalutazione e le stesse fonti assicurano che nel dicastero si e' brindato per la decisione della banca centrale di abbandonare la politica dello yuan forte, che favorisce il potere d'acquisto interno e spinge le imprese cinesi a usare lo yuan negli investimenti esteri. Fino alle recenti svalutazioni, lo yuan si era apprezzato in 12 mesi del 14%. Il premier, Li Keqiang ha ripetutamente negato che Pechino intendesse procedere a delle svalutazioni, pur lanciando l'allarme per il rallentamento dell'economia. Probabilmente a far pendere l'ago della bilancia verso la svalutazione e' stato il dato shock di luglio sul calo dell'8,3% delle esportazioni cinesi. Il governo di Pechino ha fissato un target di crescita dell'economia del 7% quest'anno e intende non scostarsi troppo da questo obiettivo nei prossimi 5 anni.
  Il Fondo monetario internazionale plaude alla decisione della Cina: considera il nuovo meccanismo come "un passo che appare positivo", perche' consentira' ai mercati di avere un maggiore ruolo nel determinare i tassi di cambio. "Riteniamo - spiega un portavoce del Fmi - che la Cina possa raggiungere un tasso di cambio effettivamente fluttuante sui mercati entro due o tre anni". (AGI)

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