ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 31 Ottobre 2017 00:00

The breadwinner a Roma attraverso gli occhi di un’irlandese

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Il cartoon di Nora Twomey scopre le ansie del pubblico di Roma e registra molte lacrime. Ispirata dal bestseller della giornalista canadese Debora Ellis (Sotto il burqa) racconta la storia di Paryana, undicenne, alle prese con i talebani in una Kabul sotto assedio e dai muri diroccati.

Una storia che si costruisce sul racconto, prodotto da Angelina Jolie che dopo Toronto raccoglie i calorosi applausi del festival capitolino. Una scrittrice, un professore e la loro famiglia che si ritrovano minacciati da una mentalità violenta e repressiva, assieme ai propri figli. Una vicenda che si ripete quella dei soprusi e dei regimi capaci di annientare le culture e l’umanità. È il 2001 l’anno di un’Afganistan che sfida l’occidente e si arma contro esso e i propri cittadini, con conseguenze catastrofiche.

Quella di “The breadwinner”, però, è una storia tutta al femminile che dà, forse, voce a tutte le brutalità contro le donne che quotidianamente sono fatte interpreti di cronaca sui media.

Il mercato, luogo d’incipit, è la culla del cartoon così come la tremenda guerra che interpreta. Il potere la fa da padrone e dice: “scrivo tutto, leggo tutto” (cartello affisso al mercato) lì dove la maggior parte della gente è analfabeta. Vietata l’istruzione delle donne e l’uscita da casa senza un uomo che le accompagni. Ciò che potrebbe sembrare non troppo rilevante agli occhi delle società emancipate - a suon di “veline e letterine” o di “etichette da stadio sessiste” che offrono scenari interiorizzati e esorcizzati dal tarlo dell’oppressione e della complementarità - evidenzia i drammi che conseguono a letture troppo radicali delle società. Lì dove un “Pinco Pallo” qualunque, per un motivo qualunque, approfittando del potere usurpato e rappresentato, può distruggere a suo piacimento persone innocenti. Così accade al padre di Paryana imprigionato, colpevole di detenere un libro e condividerlo con moglie e figlie/i.

Il burqa diventa il sipario di un teatro dismesso, che nasconde la propria storia poiché nessuno spettatore può più varcare la soglia della platea. La griglia del silenzio annienta lo sguardo e le mani non possono più tendersi per pretendere alcunché. E mentre Fattema (madre scrittrice), Soraya (sorella maggiore) e il piccolo Zaki (neonato) sono socialmente e fisicamente costretti a murarsi in casa e patire la fame fin quando un uomo le potrà rappresentare e far rivivere, gli occhi grandi e verdi smeraldo di Paryana si trasformano in quelli del fratello Suleyman, morto raccogliendo una mina.the breadwinner2 jpg 1003x0 crop q85

Una bambina per la sopravvivenza, gioca il destino, decide di sacrificare i suoi lunghi capelli e indossa abiti da uomo. Scopre, con timore, alle luci del sole un quotidiano diventato semplice e naturale. Nessuno, adesso, contesta il volto senza veli, non si sente in diritto di malmenarla perché fuori casa, né di scacciarla perché sola. Finalmente libera tra le vie e le piazze, vivendo e governando il “mercato” per fare affari, sentendo il calore dei raggi solari baciare le sue gote di donna. Scopre ben presto che esiste un substrato di bambine che vestono abiti maschili per esercitare il diritto di sopravvivenza. Senza un uomo in casa, esistere è negato dai talebani in quella Kabul ricca di storia e civiltà, quella che descriveva suo padre prima che il regime riportasse in vita le scelte di Habibullah Kalakanin (Re emiro afgano che impose il burqa alle duecento donne del suo harem per non indurre gli uomini in tentazione).

È una rivoluzione indipendente con gli abiti da uomo quella della piccola Paryana. Sorprende, sfida, osa e ottiene. Così sconfigge l’armata di draghi fiammanti che minacciavano il ritorno a casa di Sulayman, storia che intesse le maglie del cartoon e diverte  il piccolo Zaki. La fotografia del padre, in pezzi e al vento per mano di un talebano, ritrova il sorriso e spazio nell’album di famiglia.

In campo per la partita sui diritti di genere, Paryana palla al centro e burqa nel cassetto!

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