ANNO XVIII Dicembre 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 09 Novembre 2017 00:00

Rifondazione a sostegno della lotta ponte fiume Lato serve piano per il territorio

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Il Partito della Rifondazione Comunista della provincia di Taranto esprime la propria solidarietà e il proprio sostegno alla lotta portata avanti da coltivatori e cittadini che da oltre 20 giorni sono in presidio permanente sul ponte del fiume Lato.

Non si può, innanzitutto, non sottolineare la portata politica e sociale dell’iniziativa organizzata dal Tavolo Verde, dall’associazione “NordSud” e dal Movimento “Palagianello Bene Comune”, che con la propria tenda piantata sul fiume esprime il primato e il grande valore della mobilitazione e della partecipazione democratica per la risoluzione di problemi di interesse collettivo, contro la sordità e l’incapacità delle amministrazioni pubbliche e il malaffare.

Ampiamente condivisibili sono gli obiettivi della battaglia, a cominciare dalla urgente necessità di bonifica del territorio, per scongiurare il grave rischio del ritorno della malaria, e della necessità di un vasto programma di rimboschimento, pulizia e corretta manutenzione di boschi, parchi e pinete, anche al fine di prevenire e scongiurare i devastanti incendi che puntualmente ogni anno devastano centinaia di ettari del nostro irripetibile patrimonio. D’altra parte, è da anni che Rifondazione Comunista (non da solo) sostiene la necessità di un vasto Piano di risanamento del territorio nazionale con la ricostituzione degli equilibri idrogeologici sconvolti dalle dissennate politiche di depredazione del suolo: interventi che, oltre a garantire centinaia di migliaia di posti di lavoro veri ed utili, rilancerebbe un nuovo modello di sviluppo alternativo e sostenibile, oltre ad evitare morti e distruzioni che, purtroppo, sempre più spesso riempiono le cronache.

Non meno importante l’obiettivo del recupero di tutte le sorgenti d’acqua presenti sul territorio, vista la crescente aridità e “desertificazione”, conseguenze degli sconvolgimenti climatici indotti dalle scellerate scelte di sviluppo capitalistico. Ma qui non possono bastare pur necessari interventi urgenti; serve una vera e propria nuova politica di gestione delle sempre più scarse risorse idriche. Innanzitutto un uso più razionale dell’acqua con un piano di finanziamento pubblico, per esempio, a sostegno dell’innovazione in agricoltura, per il risparmio di acqua, la lotta agli sprechi, il risanamento delle reti colabrodo (che disperdono la metà della risorsa) ed il riuso delle acque reflue che in Puglia sono perse per oltre il 90%. E qui gravissime sono le responsabilità della Regione. Non si può pensare di risolvere la crisi con opere di sconsiderata quanto inutile cementificazione, come quella della Lama di Castellaneta, o con lo sbarramento di corsi d’acqua di limitata portata, il cui sempre più scarso contributo al rinascimento degli arenili sta causando altri guai.

Un discorso a parte, merita la questione dello sperpero di risorse pubbliche (20 milioni!) spesi per la (fantomatica) riproposizione idraulica della Lama, il “sollevamento” del ponte sul fiume Lato, con gli argini franati alla prima importante piena e conseguente chiusura al transito delle strade provinciali ormai da anni e i gravi disagi per gli agricoltori e le popolazioni. Qui non c’è molto da aggiungere: chiediamo con forza che la Magistratura accerti tutte le responsabilità!

Così come si impone una seria verifica sugli obiettivi del nuovo progetto di 50 milioni presentato dall’Amministrazione di Castellaneta e che dovrebbe riguardare l’intero reticolo idrografico della zona: perché siano destinati al risanamento ed alla “rinaturalizzazione” dei corsi d’acqua e non già ad ulteriore cementificazione, magari a “protezione” di interessi privati.

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