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Lunedì, 20 Novembre 2017 03:31

Virginia Raggi supera il test di Ostia

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La candidata del Movimento Cinque Stelle, Giuliana Di Pillo, si impone con il 60% al ballottaggio del X Municipio di Roma. Quali implicazioni per il quadro politico nazionale?

Dopo aver conquistato la Sicilia, il centrodestra segna una battuta d'arresto nella cavalcata verso le politiche, mentre la sindaca di Roma, Virginia Raggi, incassa un'importante conferma.

Con oltre tre quarti delle sezioni scrutinate, la candidata del Movimento Cinque Stelle, Giuliana Di Pillo, vince il ballottaggio di Ostia con il 59,7% dei voti, lasciando il 40,3% a Monica Picca, la candidata del centrodestra, esponente di Fratelli D'Italia. Un distacco molto più netto di quello che aveva separato le due contendenti al primo turno, quando Di Pillo aveva preso il 30,21% e Picca il 26,68%. Una vittoria che porta la firma della sindaca, spesasi molto in campagna elettorale, con una presenza costante sul litorale capitolino nel corso delle ultime settimane.

In molti faranno parallelismi con le Comunali del 2016, nel X Municipio, quando Raggi aveva preso il 43,6% per poi balzare al 76,1% nel ballottaggio, quando era opposta a Roberto Giachetti del Pd e i voti del centrodestra si erano riversati su di lei. Ma il quadro politico era diverso. Allora l'elettore di centrodestra votava i Cinque Stelle per far perdere il Pd. Ora il Pd è fuori causa, è i grillini sono gli sfidanti, non il terzo incomodo. Anzi, la situazione è rovesciata, questa volta sono gli elettori di sinistra a scegliere il MoVimento per sbarrare la strada alle destre.

Se il voto del X Municipio ha una portata nazionale non è quindi solo per una questione di dimensioni (se fosse un Comune autonomo, con i suoi 230.000 abitanti, sarebbe il quattordicesimo d'Italia, dopo Messina e prima di Padova). Nel giorno in cui Mdp e Sinistra Italiana consumano quello che è forse lo strappo definitivo con il Pd, riducendo al lumicino le speranze del centrosinistra di restare al governo, i pentastellati confermano di poter essere competitivi anche con il Rosatellum​, almeno nei collegi unonimali. Quello che, come in Sicilia, i grillini sono costretti a rimproverarsi è il non essere riusciti a mobilitare il quanto mai maggioritario partito dell'astensione: l'affluenza è stata pari al 33,6%, in calo rispetto al 36,1% del primo turno. Hanno votato 62.378 persone su 185.661 aventi diritto, 4.649 in meno.

Una sconfitta così netta riaprirà sicuramente nel centrodestra il dibattito sulla leadership, mentre prende forma la "quarta gamba" centrista dei vari Quagliariello e Lupi. A perdere infatti è un'esponente dell'area sovranista della coalizione. Silvio Berlusconi avrà un nuovo argomento per la sua tesi secondo la quale si vince al centro, con una figura moderata. La vittoria di un ex missino come Musumeci in Sicilia era legata soprattutto al prestigio personale del candidato, potrà dire a Meloni e Salvini. Anche perché i voti dell'estrema destra di Casa Pound, che al primo turno aveva incassato un sonoro 9%, non appaiono confluiti su Picca, laddove Di Pillo sembra essere riuscita ad attrarre i consensi della sinistra, esclusa dalla competizione a due. (agi)

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