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Mercoledì, 20 Dicembre 2017 11:22

Ecco perché a Natale dovreste portare in tavola il Pandoro coi vermi

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Sono ecosostenibili, iperproteici e - assicurano - buoni. A condizione di superare il disgusto. Indecisi tra uvetta e canditi? Fatevi coraggio e assaggiate il Pandoro con i vermi

 E’ la proposta del  foodblogger trevigiano Roberto Cavasin, in arte MasterBug, che sul suo sito spiega passo passo la ricetta per realizzare il dolce della tradizione italiana rivisitato con la farina di bachi da seta (Bombyx mori). La nuova specialità gastronomica segue le indicazioni della Comunità europea sul tema del Novel Food e, in particolare, sugli insetti commestibili, ricchi di proteine ed ecosostenibili. Unico inconveniente? Bisognerà aspettare Capodanno per assaggiarlo perché i prodotti a base di insetti saranno in vendita anche in Italia a partire da gennaio 2018.

La ricetta che fa storcere il naso

Ma cosa contiene il pandoro coi vermi? Il dolce è realizzato con il classico burro, uova, latte, farina bianca e ma con l'aggiunta nell'impasto del 20% di farina derivata da bachi da seta, allevati per il consumo alimentare umano. “Ne deriva un dolce natalizio a tutti gli effetti ma con un gusto più deciso simile alla nocciola”, assicurano lo chef.

Perché abbandonare il pandoro tradizionale

Ma perché preferire questo Pandoro ai più tradizionali? Per i valori nutrizionali tanto per iniziare: le percentuali di contenuto proteico e lipidico totale per peso secco della farina sono rispettivamente del 55,6% e del 32,2%. Le proteine delle pupe del baco da seta hanno alti livelli di aminoacidi essenziali come valina, metionina e fenilalanina. In generale, il contenuto nutrizionale vanta numeri ‘giusti’:

  • Proteine 55 grammi
  • grassi 8,5 grammi
  • Fibre 6 grammi
  • Carboidrati 25,43 grammi

Buoni e genuini

Insomma, superato lo scoglio culturale, gli insetti sono un toccasana per il corpo. Le cimici d'acqua che arrivano dalla Thailandia, ad esempio, sono ricche di fibre, proteine e vitamine. I grassi, nemmeno a dirlo, sono ridotti all’osso. Questi alimenti, inoltre, non necessitano di coloranti né di conservanti. Quanto al gusto, assicura chi lo ha assaggiato – e nel mondo sono 2 miliardi le persone che li mangiano quotidianamente - alcuni ricordano molto il pollo. Mentre i vermi giganti della farina, che vengono arrostiti, hanno un gusto simile alle patatine. Chi desidera mettere sotto i denti qualcosa di più sfizioso, può provare i vermi della farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino "made in Belgio".

Duemila specie, la ricca offerta degli insetti

Per i palati più difficili, la scelta è ampia: di fatto, ci sono circa duemila le specie di insetti che sono considerate commestibili.

Tra i più consumati:

  • Coleotteri (31%)
  • Lepidotteri (bruchi, 18%)
  • Api, vespe e formiche (Imenotteri, 14%)
  • Cavallette, locuste e grilli (Ortotteri, 13%)
  • Cicale, cicaline, cocciniglie e cimici (Emitteri, 10%)
  • Termiti (Isotteri, 3%) 
  • Libellule (Odonati, 3%)
  • Mosche (Ditteri 2%)

Il loro utilizzo in cucina è fortemente promosso dalla Fao, l'organizzazione Onu per l'alimentazione e l'agricoltura, secondo la quale il consumo di questi animali sarebbe un valido alleato contro la fame nel mondo.

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