Un ministro che, a leggere il manifesto, apprendiamo avrebbe utilizzato anche pratiche intimidatorie verso direttori e soprintendenti i quali “non possono assolutamente fare dichiarazioni, denunciare lo stato di confusione fra Soprintendenze, Poli Museali e Fondazioni di diritto privato, di depotenziamento strutturale, di esasperata burocratizzazione in cui versano gli organismi e gli uffici“

Firmato il manifesto solamente da ex soprintendenti, che non possono essere più vessati dal cattolicissimo Franceschini! Alcuni firmatari sono personaggi noti come il magistrato Gianfranco Amendola, ex soprintendenti di Roma e a Napoli, lo scrittore Stajano, l’urbanista Vezio De Lucia, Vittorio Emiliano e lo storico dell’arte Tommaso Montanari.  A Franceschini viene contestata un’impostazione di politica dei beni culturali, tutta centrata sul mercatismo di bassa lega ovvero nella massimizzazione delle entrate dai beni culturali. Fine evidentemente poco opinabile, se a quest’opzione non risultasse un aspetto della politica segnata dalla totale assenza della tutela del patrimonio dei beni culturali.

Patetica e alterata la replica del ministro che usa i dati dei visitatori dei musei e degli incassi per difendersi e distogliere l’attenzione.

Uno si chiede il perché il ministro abbia preso come base di riferimento il 2013 ed è banale svelarne l’arcano. Il 2013 è stato l’anno peggiore per turismo e visite ai musei. La comparazione tra i dati del 2016 e quelli del 2013 porta automaticamente all’esaltazione del dato. Un Franceschini che con i governi di questa legislatura ha trascinato la spesa, per la cultura a essere la terzultima in Europa battendo solo Romania e Irlanda, che insieme hanno il 40% degli abitanti rispetto all’Italia e un patrimonio architettonico e artistico incomparabilmente inferiore.

Sui pochi soldi poi si legge nel manifesto “Si organizzano gare di canottaggio nella vasca della Reggia di Caserta o si propagandano al suo interno prodotti tipici della zona e intanto la vasca risulta ingombra di rifiuti e l’intonaco cade a pezzi in una sala importante. Mentre, tanto per corroborare i vantati incrementi degli ingressi, si organizza al grande Museo Archeologico Nazionale di Napoli una mostra sul Napoli Calcio con magliette, ricordi e gadget di Maradona”

I firmatari si aspettavano qualcosa di diverso dagli assaltatori del Palazzo e della Costituzione? Si aspettavano che costoro avessero chiaro il valore del bene culturale? Implacabile continua il manifesto “la sottomissione delle Soprintendenze, decisamente indebolite, ad un organo di governo locale come la Prefettura “. Nulla di nuovo!

Franceschini ha obbedito a Renzi, il quale non ha mai taciuto la sua insofferenza per le Soprintendenze e aggiungo, per la giustizia amministrativa. La modifica del codice di procedura amministrativa e le nomine al Consiglio di Stato ne sono fedele riscontro. Dal capo dei vigili di Firenze ai tre fedelissimi nominati dalla Boschi.

Chissà quanto c’entra il rispetto delle regole con una presunta cultura del fare, soprattutto con investimenti pubblici in disavanzo e senza analisi economica e finanziaria, ma solo politica.

Regole presenziate da giudici amministrativi e soprintendenze. Quindi di ostacolo al fare (debito pubblico!!). Lo scrittore Emiliani afferma decisamente, che Franceschini ha fatto peggio di Bondi come ministro. 

Certamente negli ultimi due decenni, ma soprattutto questa ultima legislatura, ha fatto a pezzi la legislazione ambientale (vedi norme sulla VIA) e, l’art 9 della Costituzione “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”

https://www.agi.it/cultura/beni_culturali_manifesto_franceschini-3335632/news/2018-01-04/

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