Ora che un nuovo Cda si sta insediando sarebbe auspicabile che s’intravedessero dei cambiamenti. A parte l’ing Cangialosi che è stato solo un anno e mezzo, negli ultimi anni ci sono stati nella funzione di presidente dipendenti del Comune e al Comune appartiene la creazione dei centri. Ma con quali criteri anche nel sito dell’azienda di igiene urbana si parla di trasformare le isole ecologiche in tali centri di raccolta? Centri che non figurano nel sito del coordinamento nazionale cdr. Basta vedere qui.
Nella provincia di Taranto ci stanno quasi tutti i comuni da Avetrana in poi tranne Taranto, dove figura un centro di raggruppamento a contrada Pasquinelli (dove insiste il centro di selezione peraltro in manutenzione)
Lo scrivente ha visitato il centro di raccolta del quartiere “Paolo VI”. Il giudizio che un esperto può dare è che si tratta di una grossa isola ecologica peraltro raffazzonata. I Centri di Raccolta sono altri. Mentre visitavo una giovane signora era venuta a pesare i suoi imballaggi domestici e poi teneva delle lastre di raggi. “E queste dove si mettono’” la risposta dell’operatore è “non siamo autorizzati”…
Analoga risposta a un signore con una gomma dell’auto. Nel 2018 a dieci anni dal decreto che istituiva i centri di raccolta siamo allo stesso punto degli anni ‘90. Per esempio: ha senso parlare – nell’ordinanza comunale - di ingombranti in un centro di Raccolta che dovrebbe ragionare per materia (ferro, legno, gomma, vetro diverso da imballo, plastica ad alta densità di polimeri, ecc...)?
E’ come mettere la polvere sotto il tappeto non sapendo che fare. E poi i centri nascono per i RAEE (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) nei loro 5 raggruppamenti e nel centro che ho visitato ci sono solo due raggruppamenti condizionatori per il freddo e non frigoriferi e piccoli elettrodomestici. Tutti gli altri abbandonati per strada? La chicca è rappresentata da un cassonetto dove c’è scritto metalli e ci sono lattine di alluminio e scatolame a banda stagnata, mentre tutto si consegna nello stesso punto privato dove vanno i ferraioli con l’Apecar di Taranto a 5 centesimi al chilo.
Insomma le filiere Conai con questo centro non…centrano…anzi per quello che vale l’alluminio o l’acciaio si dovrebbe parlare di danno erariale. Un’altra cosa che stona è vedere uno scarrabile con la scritta carta, dove c’è anche il cartone, quando in un centro di raccolta della materia si dovrebbe avere la separazione tra cartone e macero di carta che hanno diversi valori e che Comieco, la filiera Conai invita a raccogliere in modo disgiunto. Ma abbiamo detto che le filiere non sono di casa.
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Poi ci sono cinque campane per il vetro, la signora - che ci dice che è laureata in biologia e ha fatto una tesi sul tema – sorride guardando le vecchie campane verdi come retaggio del passato… Ma anche qui una campana o anche più di una e di colore bianco potrebbe invitare a raccogliere il vetro bianco che vale di più.
Ma, davvero, occorre uscire fuori dall’imballaggio, l’altro vetro dov’è? Il centro di raccolta non è un’isola ecologica e molto, ma molto di più. Le parole non bastano più? Lo scrivente ha scritto un manuale e lo regala ai lettori proprio per uscire dal ripetere le stesse cose come un mantra. Dopo l'articolo, giù trovate la scritta Download attachments e accanto la frase Centri raccolta: un pdf di 25 pagine che vi fa fare un viaggio un centro di raccolta con la famiglia. Che dire di più? Questo: il politico appare una sorta di strano personaggio che dice di aggiustare, promette mari e monti in campagna elettorale e poi, di fronte alle cose da fare appare disarmato e alieno come se stesse in una foresta a guardare gli alberi o i primati antenati. Magari affermando che si tratta di aspetti tecnici, dimenticando che la stessa politica è una tecnica quando si traduce in legge. Leggete!
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