Ecco, il rinvenimento del sangue dovrebbe far accusare, perlomeno di complicità nell'omicidio (oltre al vilipendio e all'occultamento di cadavere) il nigeriano perché significa che il cadavere è stato squartato subito dopo la morte. Il sangue, infatti, si coagula entro due ore dalla morte e, quindi, se il cadavere fosse stato fatto a pezzi dopo tale lasso di tempo gli abiti non ne sarebbero stati imbevuti. Quindi o l'arrestato è entrato in possesso del cadavere subito dopo la morte perché commettesse vilipendio, o ha "rinvenuto" il corpo di Pamela "per caso" subito dopo la morte della ragazza e se l'è portato a casa per compiere il macabro rito, o, infine ..... Pamela è stata uccisa proprio da lui e po squartata. Certo, tutto questo non si può affermare con sicurezza (gli elementi sono in mano solo agli investigatori), ma è anche logico affermare che il pusher nigeriano abbia recitato nel delitto una parte al di là del vilipendio e dell'occultamento di cadavere.
A intorbidire l'inchiesta (i cui elementi probatori sembrano vengano "raffreddati" da hoc per non inasprire gli animi degli italiani) oggi è sopraggiunto un altro elemento: Pamela, qualche ora prima di essere uccisa, aveva fatto sesso. A pagamento. Subito dopo essere fuggita dalla comunità in cui si trovava, infatti, è stata presa a bordo di un'auto da un 46enne che le ha offerto soldi in cambio di ... amore. Pamela ha accettato. Almeno questa la versione dell'uomo, che è stato rintracciato ed ha raccontato l'episodio. Cosa avrebbe dovuto fare Pamela, dove sarebbe dovuta andare per avere tanto bisogno di soldi da mettere in vendita il suo corpo? Anche questo sembra un mistero.
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