Chi fosse avvezzo alla concezione cabbalistica ebraica narrata da Gershom Scholem in Il nome di Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio, Milano, Adelphi 1970, sa che nel medioevo gli ambienti ebraici studiarono il nome di Dio come vertice di una piramide che ricostruiva numeri e parole comuni rapportandole al nome di Dio.
Non ho trovato ancora chi abbia notato che l’uso ebraico fu fondato sull’uso zumero rimeditato.
Con una differenza non da poco: i zumeri si riferirono ai primi sette dei col potere creativo del me.lam.mu[1], ovvero con la parola che, pronunciata dalla divinità, crea cose. piante. animali. persone.
Intanto,smettiamo di propalare sciocchezze, come quella del numero sette nato con la Bibbia. Ovvero: bibbi.a è espressione sumera comprovata da bibbi, il demone di Terra e del peso della parola, privo del finale –a, ‘seme’. Dunque, la conclusione è: se anche bibbia è parola linguisticamente zumera, l’insieme da osservare è prezioso.
Ho finito il 2017 raccontando ‘insieme’ in zumero:
http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php%3Flev%3D153&cmd=v&id=21756
Non credo che sarò capace di individuare esattamente le sette piramidi linguistiche zumere, anche perché non sono neppure riuscito a definire con precisione le sette divinità dotate del potere del melammu, ripetutamente cambiate nelle diverse lingue.
Tuttavia, spero di tracciare molti fili etimologici.
L’intagliatore di pietra kab-sar:
(lu2 –grown man-)kab-sar
stone carver [intagliatore di pietra] (‘cross-piece’ + ‘to inscribe’)[2].
mi invita a provare. Vi darò conto di quanto scoprirò man mano.
[1] http://www.archeomedia.net/wp-content/uploads/2015/10/Melammu.pdf
[2] Halloran: 134.