ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 31 Marzo 2018 15:40

Vera, il robot che fa le selezioni del personale, dà lavoro non lo toglie

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Si chiama Vera ed è il robot-recruiter russo che, con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, è in grado di ridurre di un terzo i tempi per la selezione di personale nelle aziende

I robot sono spesso accusati di togliere lavoro agli umani, ma ora ne arriva uno che il lavoro glielo dà: si chiama Vera ed è il robot-recruiter russo che, con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, è in grado di ridurre di un terzo i tempi per la selezione di personale nelle aziende. (Se mai i dipendenti che spariscono sono i selezionatori)

Realizzata da una start-up di San Pietroburgo, la Stafory, Vera ha già attirato l'attenzione in Russia di società come PepsiCo, Raiffeisen Bank, L'Orèal e Ikea e ora punta a conquistare il mercato internazionale. L'idea iniziale dei fondatori della Stafory - Vladimir Sveshnikov, 28 anni, e Aleksandr Uraksin, 30 anni - era di realizzare una sorta di "uberizzazione" del mercato delle risorse umane.

Come funziona il robot Vera

In pratica, sul modello di Uber per il servizio di taxi, raccogliere le richieste dei datori di lavoro, inviarle a centinaia di recruiter freelance, ampliando così il campo di ricerca e la sua intensità, e pagare alla fine il primo che tra loro trovava il giusto candidato. Ben presto i giovani imprenditori russi si accorgono, però, che non esistono cacciatori di teste freelance, interessati a operazioni di recruiting di massa, nicchia di mercato che appare piuttosto promettente.

Uraksin, che ha un passato nelle HR, racconta che mentre faceva centinaia di chiamate a candidati, che avrebbero poi perso interesse nella posizione offerta o che non sarebbero stati giudicati idonei, si sentiva lui stesso "come un robot". "Così abbiamo immaginato che sarebbe stato meglio automatizzare il processo", ha spiegato. L'intelligenza artificiale ha fatto il resto. È nata così Vera, che prende il nome dalla mamma di Sveshnikov: è in grado di combinare le tecnologie di riconoscimento vocale di Google, Amazon.com, Microsoft e Yandex (il più grande motore di ricerca russo), i suoi sviluppatori l'hanno dotata di 13 miliardi di esempi di sintassi, parole ed elenchi di diverse professioni per espandere il vocabolario del software e fare in modo che parli in modo più naturale e capisca meglio le risposte.

"Appena arriva in azienda Vera, il processo di recruiting diventa illimitato - spiega alla Tass il direttore per lo sviluppo della Stafory, Aleksei Kostarev - può chiudere rapidamente 10, 20, 100 vacancy". Il software scandaglia il web a caccia dei giusti curricula, contatta i candidati su internet, fa loro l'offerta e conduce poi il colloquio online, con chi è interessato. È in grado di scremare in modo veloce e consistente i profili adatti, di eliminare doppie candidature e gestire contemporaneamente posizioni lavorative anche totalmente differenti tra loro, come quella del cassiere e dell'ingegnere.

Ha già 70 clienti, 50 dipendenti nel 2018 prevede ricavi per un milione

Per ora, l'esperienza della Stafory su come un candidato percepisce l'interazione con un robot-addetto alle risorse umane è positiva. Secondo Kostarev, Vera non viene associata a una voce elettronica simile a quelle di certi centralini con risposta automatica, ma più ai software di assistenza vocale come Siri di Apple o Alexa di Amazon. Vera ha iniziato a lavorare in Russia nel dicembre 2016 e da allora la Stafory ha aggiunto al suo portfolio clienti in Medio Oriente, progetti pilota in Europa e Usa e ha aperto una sede a Mosca.

Nella Federazione russa conta tra i suoi clienti 70 grandi aziende e 80 di dimensioni piccole e medie, ha 50 dipendenti e prevede ricavi per un milione di dollari nel 2018. Il primo mercato all'estero dove la start-up russa di HR (Human Resources) è sbarcata sono stati gli Usa, grazie al sostegno ricevuto dal Fondo presidenziale per lo sviluppo di iniziative internet (Frii), creato nel 2013 da Vladimir Putin, con uno stanziamento di 6 miliardi di rubli (quasi 900.000 euro). Negli Stati Uniti, il progetto sta riscuotendo interesse, nonostante l'elevata concorrenza. Ma bisogna sbrigarsi.

"La finestra di opportunità - fa notare Kostarev - è piuttosto limitata e sarà presto chiusa, dobbiamo agire rapidamente perchè quando ci sarà il boom dell'utilizzo dell'IA nel business delle HR, allora sarà troppo tardi. O hai conquistato il mercato prima di questo momento o sarai fuori gioco". Il lavoro del robot Vera è ancora controllato da addetti alle risorse umane in carne ed ossa; Sveshnikov e Uraksin stanno studiando come insegnarle a riconoscere la rabbia, il piacere, il disappunto.

Kostarev si è detto "sicuro che in futuro l'IA sarà in grado di prendere anche la decisione finale sull'assunzione di una persona". Non la pensano ancora così gli addetti ai lavori, secondo i quali, anche se riuscirà mai a misurare le emozioni, Vera non potrà mai essere considerata un sostituto del tradizionale dipartimento HR in un'azienda. "La decisione finale sull'assunzione di un candidato - dichiara a Bloomberg Mikhail Chernomordikov, della Microsoft Corp. a Dubai - spetta agli esseri umani". (agi)

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