L'Unità Malattie Neurodegenerative dell’Università Statale di Milano, Centro Dino Ferrari, e della Fondazione Ca’ Granda IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, diretta da Elio Scarpini, ha pubblicato uno studio sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry che dimostra una correlazione tra livelli di amiloide nel liquor e danno della sostanza bianca cerebrale in pazienti affetti da demenza di Alzheimer.
Lo studio sottolinea l’importanza della mielina in una malattia da sempre ritenuta primariamente legata alla degenerazione dei neuroni nella sostanza grigia.
Nel cervello di pazienti affetti da malattia di Alzheimer si osserva infatti la deposizione della proteina amiloide e la morte dei neuroni, localizzati nella cosiddetta sostanza grigia. Gli esami radiologici mostrano, però, anche un danno della sostanza bianca, quella parte dell'encefalo che è invece costituita principalmente dalla mielina, sostanza che avvolge i neuroni facilitandone la comunicazione. La natura di tali alterazioni non è ancora del tutto chiara.
L’obiettivo dello studio è stato ricercare una possibile connessione tra patologia amiloidea e deterioramento della sostanza bianca cerebrale, approfondendo in particolare il ruolo giocato dai livelli liquorali di amiloide nel predire il suddetto danno.
Lo studio è stato svolto in collaborazione con il Laboratorio di Genetica e Neurochimica (diretto da Daniela Galimberti) dell’Unità di Neuroradiologia (diretta da Fabio Triulzi) dell’Università di Milano - Fondazione Cà Granda IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, e con il Laboratorio di Neuroimmagini della Fondazione IRCSS Santa Lucia di Roma.
Il danno della sostanza bianca potrebbe rivelarsi un elemento cruciale nella patogenesi della malattia di Alzheimer e la correlazione tra i livelli di amiloide nel liquor e il carico lesionale sembra suggerire un legame diretto tra la patologia amiloidea e il danno della sostanza bianca cerebrale, che potrebbe aprire la strada all’identificazione di nuovi bersagli terapeutici.
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