ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 14 Aprile 2018 09:45

Anche il terrorismo antiebraico è islamico

Written by  Alan David Baumann
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Dei nuovi attentati stanno minacciando gli europei e non solo, in quanto sono aumentati anche i lanci di missili inviati da Gaza verso il territorio israeliano. Durante questa settimana è successo quanto segue:

  • Vi è un palestinese tra gli amici di Anis Amri – l’autore della strage al Mercatino di Natale berlinese - arrestati a Latina.
  • E’ stata devastata la sede universitaria parigina dell’unione degli studenti ebrei di Francia (UEJF), dove sono state lasciate sui muri delle scritte inneggianti a Yasser Arafat (notizia oscurata dalla stampa italiana).
  • Una bimba è stata picchiata a Berlino perché ebrea. Colpita da coetanei figli di immigrati musulmani.
  • Due giovani arabi hanno massacrato poi bruciato un’anziana superstite della Shoah a Parigi.

Quando è coinvolta una persona di religione ebraica oppure lo stato di Israele, o semplicemente quando la matrice di un attentato è palestinese, per i media europei non si tratta di terrorismo islamico. Queste notizie vengono riportate come atti antisemiti, antisionisti, anti israeliani, quasi per dare loro una conformità, trovare delle scusanti.

In questo particolare momento che non colpisce soltanto il “consueto” conflitto arabo-israeliano, bensì dei cittadini europei, sarebbe vitale rendersi conto che è proprio Israele che rappresenta la vera appendice europea nel medio-oriente. Gli israeliani – eccetto quelli arabi – hanno per la stragrande maggioranza ascendenze europee, che scelsero di trasferirvisi dal XIX secolo a seguito dell’ideale sionista, oppure dopo il secondo conflitto mondiale e la Shoah, infine durante questi ultimi anni, in fuga dall’ondata antiebraica dettata da cittadini europei di origine araba ed avallata dall’atavico antisemitismo locale. Israele rappresenta la cultura e la storia europee. Ogni atto perpetrato contro un ebreo, di nazionalità europea o israeliana, è e non potrebbe essere diversamente che un atto terroristico di matrice islamica. Oltretutto fra gli attentatori palestinesi non ce ne è uno cristiano.

Il terrorismo è diventato una piovra. Ogni tentacolo ha vita propria ma riceve dal resto del corpo forza e vitalità. Finché l’Unione Europea non riuscirà a determinare come terroristiche alcune organizzazioni come Hamas a Gaza ed Hezbollah nel Libano ed in Siria, tutti sotto l’egida del petrolio iraniano; finché la Nato non revocherà l’utilità delle proprie basi nel territorio turco, avallando per necessità il pericolo Erdogan; tutto questo favorirà l’impossibilità di combattere alla radice il terrorismo, concedendo delle motivazioni per ogni atto vile e spregevole. Fino a dopo la Grande Guerra, il continente era mera terra di conquista per l’Impero Ottomano, che comunque aveva maggior rispetto delle popolazioni, al contrario dell’imperatore Erdogan, che a suon di cannoni si libera degli avversari inscenando colpi di stato, reprimendo la stampa, varcando i confini con le sue truppe in atti terroristici “di stato” e soprattutto richiedendo vagonate di quattrini europei per fermare solo apparentemente gli invasori arabi che fuggono verso il Vecchio continente. Perché non parliamo del muro minato innalzato dalla europea Grecia al confine con la Turchia?

Nonostante Istanbul stia fisicamente in Europa, nascondere l’occidentalità di Israele per favorire la “moderna” Turchia, significa voler apertamente consegnare il continente al razzismo, sia esso contro i curdi o altri popoli. Il mondo Occidentale non deve ricadere nelle visite della Croce Rossa Internazionale presso la teatrale città nazista di Teresin. Non si deve limitare a valutare quel che altri vogliono far passare per “momentaneo stato di raccoglimento”. Il treno che conduceva le scuole, le orchestre, i felici sportivi di Teresin, giungeva a Auschwitz dopo la visita della Croce Rossa. Si sapeva del luogo simbolo della “soluzione finale”, ma a nessuno andava di prendersi la responsabilità di distruggerlo.

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