Caro Gesù bambino,
tu sei tutto ciò che conta. Ti ringrazio di essere, di esser stato bimbo. È la dimensione che io riesco ad esplorare bene di te. La tua divinità mi è altrettanto chiara, ma mi rivolgo a te come Gran Giocattolaio, perché penso come un bimbo anch’io. Tu sei GESH.BU, ‘Albero (del) cielo’ in zumero.
Ieri sera, domenica 22 aprile, sono stato al bar Vento a veder Juve-Napoli: 0-1!
Sono tornato a casa sereno ed ipocrita: convinto che stamani avrei scritto il benessere che sto vivendo ignorando la sconfitta calcistica: è troppo grande l’innovazione dell’archeologia del linguaggio davanti ad una sconfitta di gioco!
Stamani mi sono alzato con la stessa idea. Nel farmi la barba è saltata fuori la novità che collega tutto a te, buon Pastore e porta delle pecore.
Io avevo predisposto l’ab-zu = zu-ab, che coniuga in ur.du per ab-zu-ur.du: assurdo.
Questa è sempre stata la mia connessione tra la nostra cultura e quella antica, linguisticamente. Mettevo in altro contesto l’etetimo di pazzia < pa.zu.zu.
Cos’è stata la tua Passione se non un amore folle di Dio per noi ed una risposta folle corrispondente di noi umani per te? È così grande la nostra follìa che perdura dopo 2000 anni dalla tua morte, che i più considerano effettiva, e la tua resurrezione, che crediamo sempre e sinceramente in troppo pochi, anche come cristiani (mi riferisco a me, che non mi sono comunicato con te per 35 anni –metà della mia vita da agnostico culturalmente cattolico, per tacere dell’immensa parte che non crede affatto.
Torniamo alla sconfitta calcistica, che riempie di gioia i napoletani (il tifo che amo di più dopo quello juventino, perché amano senza odiare).
Koulibaly riempie di gioia tutta Napoli col suo goal al 90°!
Azzurri padroni del gioco a Torino, Allegri crolla all'ultimo minuto: allo Stadium è la prima vittoria dei campani. Palo di Pjanic su punizione, occasione sprecata da Hamsik
Il lettore normale, soprattutto il lettore cristiano, penserà irriverente il paragone tra la tua passione con una sconfitta calcistica. Inoltre pochi crederanno ad una delusione reale in un settantenne ammalato di calcio. Tu, che sei il sommo bene, sai ‘che io so’ pazzo’ e bimbo, con la stessa fede da 61 anni; sai che adesso sono allegro. Se tu non fossi la mia porta, io che non sono ancora una pecora, e mi commuovo all’amore per le pecore e le pietre di Monja (la catechista che ha perduto la figlia Gessica nel giorno di Pasqua 2017 ed abbraccio ogni volta che l’incontro da allora, dicendole che tu l’ami più di quanto ami me) oggi, o Gesù, ti ringrazio di amarmi allo stesso modo; ti ringrazio perché tu sei un giogo leggerissimo, come ogni persona normale può capire (e stupirà del mio ardimento di mettere sullo stesso piano la morte di una figlia con una sconfitta al gioco). Ti ringrazio della mia passione giocosa, ben altro della tua passione sanguinosa. Ti ringrazio di
APSU, la voce principale dell’enciclopedia cattolica che mi facesti giungere in regalo 13 anni fa, nel 2005, quando feci stampare il mio ANTARES, dagli dèi di Babele alle lingue d’Europa, dalla tipografia Tipse.
APSU. – E’ parola sumera semitizzata, che in sumero si scriveva ZU-AB e si leggeva abzu con significato di ‘casa sella sapienza’ (?: esatto! nds). Questa etimologia (ab ‘casa’ zu ‘sapienza’ ? esatto! Nds) è necessariamente in correlazione con il fatto che l’a. è dimora di Ea, dio della sapienza. L’a., dimora del dio sapiente, è la massa di acqua sulla quale poggia la terra e che la circonda. L’a. è sovrastante ed anche sottostante alla terra; dall’a. sovra-stante, dal cielo, provengono le piogge, dall’a. sottostante, le acque dei fiumi e dei torrenti che danno fertilità alla terra. Una concezione cosmogonica analoga si trova in Genesi. C’è chi suppone che anche l’abyssos greco ed i derivati delle lingua indoeuropee risalgano a questa voce sumera.
- è anche una divinità maschile, -l’oceano di acqua dolce- che ha per madre Tiamat, -l’oceano di acqua salata-. Il dio A. è poi ucciso dal dio Ea. È forse da questa leggenda che a. diventa la dimora del dio Ea.
Veniamo al buon Pas-tore. Ieri IV domenica di Pas-qua, è stata la domenica del buon pastore.
Leggo pas (tore, qua, siu) vel bas su APS.U dove pas < aps.
Gran Giocattolaio! È un circolo difficile! E tu mi inviti a seguirti! Ti seguo:
basta aggiungere l’anima, ka, ed anteporla ad apsu!
KAPSU nei misuratori del tempo.
La capsula etima dal zumero -KAPSU. LA- ‘oltrela KAPSU.
KAPSU è l’unità di misura temporale zumera: la doppia orait, horalat., hur.ax2 zumera.
Rallento il flusso delle informazioni.
Sono andato a rileggermi le idee dello scopritore degli Ittiti, Hugo Wincler ne La cultura spirituale di Babilonia, a proposito della ‘doppia ora zumera’ –KAPSU-, forte di ciò che ho imparato altrove dopo questa lettura.
Credo che avremo tanta gioia da condividere.
I grandi misuratori del tempo, cioè le divinità che creano il tempo e lo manifestano, sono la Luna e il Sole. Si tramanda (da Achille Tazio): -I Caldei compirono l’impresa di ritmare il corso del Sole e le ore suddividendo l’ ”ora” – cioè l’ora doppia [come si vedrà] – al tempo dell’equinozio in 30 sottoparti e prendendo questo trentesimo come unità di misura per l’orbita intera al tempo dell’equinozio. Essi ritennero che il Sole procedesse con la velocità di un uomo normale e che il suo corso comportasse in un’ora (cioè in un’ora doppia) 30 di queste unità-. Questa unità di misura comporta 1/12X30 = 1/300 del percorso giornaliero del Sole, che corrisponde allo spazio percorso dal Sole in due minuti (24 x 60 = 1440 [720x2] minuti una rotazione giornaliera). La misura di lunghezza relativa corrisponde allo STADIO GRECO, ma è di lunghezza doppia. La lunghezza doppia dell’unità di misura che più tardi diverrà usuale, ha ugualmente una forma trentuplice: essa comprende due ore ed è il KAPSU, o ora doppia, secondo cui i Babilonesi suddividono il giorno, che ne comprende perciò 12. Il trentuplice ammontare dell’unità di percorso è giunto sino a noi in forma di MIGLIO, o percorso di due ore.
KAPSU è ‘dizione’ accada della zumera stretta KABSU. KA.ABZU = ‘animaka di ABZU.
La luna, En Zu, letta zu.en, accada su.en (lunasu signoraen) unita al sole, Ab, fa SUAB zu.ab/ab.zu, spiega la seconda sillaba accadizzata: -su, luna, 30 nella KABBALAH.
Kap- si è conservata nel tedesco kaput, latino caput, del zumero kap.ut, ‘capo. vento’, kap.utu, ‘capo. Sole’ AB, 20 nella KABBALAH.
La -doppia ora- sumera KAPSU è la base archetipica che definisce il tempo in DA DUE UNO. La nostra ora era un’indivisibile doppia ora per loro: DA UNO DUE.
Per ‘Caldei’ si intendono i Zumeri, di kal.am = ‘che vengaam l’eccelso’kal l’Uno.
kalama, kalam [UN]
the land (of Sumer); nation (of Sumerians) (kal, ‘excellent’, + eme, ‘speech, speaking’ ?) [KALAM archaic frequency) .
Winckler aveva premesso a questo periodo l’illuminante, ma privo della consapevolezza archetipica DA DUE UNO zumera diversa dal DA UNO DUE nostra:
Tutto ciò è dedotto in modo unitario o forma un sistema chiuso. È possibile avvicinarlo da un punto qualsiasi e da quel punto si ricava il resto. Tuttavia, essendo il sistema un circolo chiuso, non si può stabilire qual è il punto d’inizio del suo sviluppo storico. Ne è nostra intenzione occuparcene.
Che cos’è ABZU?: Soleab-Lunazu espressi assieme:
zu, su2
n., wisdom, knowledge.
v., to know; to understand; to experience; to be familiar with; to inform, teach (in maru reduplicated form); to learn from someone (with –da-); to recognize someone (with –da-); to be experienced, qualified.
possessive suffix, your (singular).
pron., yours.
zu-a
acquaintance; expert; experienced person (‘to know’ + nominative).
ZU.AB
(cf., abzu) .
abzu [ZU.AB]
the ‘sentient’ sea –the sea personified as a god (aba/ab, ‘sea’ + zu, ‘to know’; Akk. apsu(m), ‘(cosmic) underground water’) [ABZU archaic frequency].
Grazie, o Gesù!
GESH.BU tu sei BUR in URURUBURU, accado PUR. PUR.TA = ‘natura (del) pur’.