In quell'articolo, cui si rinvia alla lettura, si parlava del mistero di una azienda florovivaistica abbandonata con un verde ridente che ci sentivamo di tutelare, in una città problematica, da questo versante. Si può ben dire che con quell'articolo avevamo allertato il privato e la città.
Ora la storia assume un contorno diverso, in effetti il verde è sparito, a parte due cipressi, e la situazione appare come nella foto di copertina. Cosa è accaduto? Non lo sappiamo. Ma c'è una cosa che i lettori devono sapere. Nel sito della polizia municipale c'è scritto che è vietato abbattere alberi e piante senza l’autorizzazione comunale e la comunicazione preventiva alla circoscrizione.
Difatti nel sito dei vigili si entra anche nel dettaglio.
Come comportarsi se si ha la necessità di spiantare un albero del proprio giardino o del condominio?
Si inoltra in carta semplice una richiesta alla Direzione Ambiente del Comune di Taranto, si fa comunicazione preventiva alla Circoscrizione di appartenenza sottolineando le motivazioni di tale istanza.
Non è superfluo, in tale circostanza, ricordare l’importanza degli alberi che sono stati paragonati alla nuova vita; difatti l’amministrazione comunale di Taranto ha assunto l’onere di piantare un albero per ogni bambino nato. La vita per la vita.
Prendendo proprio spunto da quello che è scritto nel sito istituzionale possiamo farla la domanda aperta: in questa vicenda è stata espedita l'intera procedura? E chi ha dato l'autorizzazione sa cosa si è davvero spiantato? Grazie a Google Earth possiamo ancora vedere quello che c'era e che si è definitamente perduto.


In conclusione non può non andare il nostro pensiero a quanti, con spirito solidaristico e naturalistico si impegnano per il rimboschimento di Taranto, come il Corita, e vorremmo che anche i privati facciano lo stesso.
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