Una scelta che nuoce gravemente alla rappresentatività dei territori in questione. La chiusura di redazioni che hanno fatto la storia di quelle province, non può che indebolire la già precaria situazione dell’informazione.
Cassare l’ufficio di redazione di una città come Matera, che sta vivendo i preparativi che la porteranno ad essere Capitale europea della cultura nel 2019, pone l’obbligo di interrogarsi sulla linea che l’editore sta intraprendendo. Perché indebolire un territorio che si appresta ad affacciarsi sul panorama internazionale? Perché limitarne il potenziale sminuendo e complicando la capacità di diffusione delle notizie?
Chiudendo le redazioni di Brindisi e Barletta, inoltre, si lasciano scoperte due province pugliesi che necessitano di visibilità.
Esprimiamo solidarietà a tutti i giornalisti che in questi anni hanno garantito l’informazione sul territorio. Sappiamo che nessuno sarà licenziato. Ma certamente le condizioni lavorative non potranno essere garantite com’è accaduto fino ad ora. Ci saranno giornalisti trasferiti nelle redazioni più vicine e chi, invece, verrà spostato al tele-lavoro. Come ovvio, però, questa non rappresenta una modalità lavorativa tra le migliori, soprattutto per affrontare periodi di cruciale importanza come quello che sta per vivere Matera.
Chiediamo, quindi, all’editore di ripensare alle sue scelte e di non dimenticare la centralità di quei territori. Maria Antezza e Ludovico Vico
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