Diverse le motivazioni che mi hanno indotto a questa decisione. A cominciare dalle candidature alle elezioni politiche del 4 marzo e l’analisi complessiva del voto formulata dai vertici provinciali del partito che non sono state di mio gradimento. Devo essere sincero: le candidature non politiche della Fornaro e della Francavilla non mi hanno mai convinto, eppure ho fatto campagna elettorale fino all’ultimo istante per il partito. Il risultato del voto è sotto gli occhi di tutti…
Avrei preferito che il coordinatore regionale Luigi Vitali sostenesse a spada tratta chi era designato da tempo nel collegio di Taranto, cioè il dott. Michele Di Fonzo, già coordinatore provinciale del partito, persona perbene e preparata, con un passato e un presente politico. Invece, per i soliti giochi sporchi a Roma, l’hanno escluso.
Un’altra questione che non mi è andata giù è la nomina del coordinatore cittadino, il dott. Antonio Biella. Brava persona, ottima penna, in passato direttore del Corriere del Giorno, ma con nessun trascorso politico partitico e un’età di 70 anni. Auspicavamo un serio e concreto cambiamento, specialmente dopo le elezioni comunali del 2017, designando un giovane, ma con un passato politico e ottima conoscenza dell’Ente comunale, come Adriano Tribbia: la persona giusta (consigliere e presidente circoscrizionale prima, consigliere comunale poi) negli ultimi 20 anni. Ma così non è stato.
Insomma, non era un mistero che avrei preferito un ricambio più incisivo e profondo, affermato in riunione alla presenza dei coordinatori regionale, provinciale. Nonostante tutto, pur essendo deluso della scelta e averlo esternato direttamente al neo coordinatore cittadino Biella, mi sono messo comunque a disposizione per amore del partito. Mi sono inutilmente sforzato di suggerire criteri e soluzioni, indicando la costruzione di un progetto all’insegna del rinnovamento e dell’entusiasmo. Purtroppo però le mie proposte hanno provocato un altezzoso fastidio, tanto da non essere gradito a qualcuno, malgrado sia sempre stato operativo e propositivo in tutti questi anni.
A questo punto, pertanto, è meglio lasciare. E la mia non vuole essere diserzione, né una fuga dalle responsabilità. E’ la voglia di fare il militante tra la gente, il desiderio di parlare sempre il linguaggio della verità, da uomo libero cui nessuno può tirare la giacca. La mia indipendenza è al servizio della comunità tarantina e solo per il bene comune. (Cav. Alfredo Luigi CONTI)
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