Che sperino ancora nel nome di Gesù ed agiscano!
L’anti-Cristo ha nome Trump, che ha stracciato l’impegno di Parigi firmato dal suo predecessore. Trump, che ha consolidato il predominio degli stronzi, come ha scritto Aaron James, non conosce rossore[2]. Scusami la parola forte, o Gesù!
Il nome di Gesù, che amiamo, può esplodere in GESH.BUN, ‘Albero di conoscenza buona’ sui 4000 anni per radicarci meglio nella memoria umana fino ai Zumeri. È nome che deve esplodere nel doppio della nostra ‘conoscenza consapevole’, zu. En zu fu ‘Signora luna’. Sulla luna l’uomo è stato: non è una dea. Conosciamo meglio la memoria archeologica.
Abbiamo il buon senso di usare i nomi degli dèi per potenziare la memoria, senza cadere nell’idiotismo –sono falsi, non parliamone più- ed usiamoli per orientarci nella lingua eme gir, che è una lingua madre, non una lingua perduta. Si è perduta dentro le teste vuote dei sumerologhi, poveri, incapaci persino di riconoscersi correttamente: zumerologhi. Il significato principale di eme gir è ‘rigiro del me’. me è origine, me è destino, eme è il presente. Ghir, ‘cuneo che lascia seguito’, è l’incisione sulla tavoletta scrittoria, dub. ‘Dub bi’ è ciò che sta scritto sulla tavoletta, da capire e condividere in kur ia, ‘assemblea’.
Resta il Signore, En: che venga, am, il Signore, en. Amen, che venga!
Spero nel tuo nome.
Nome = nu.me = immaginenu (del) me, ‘la parola creativa divina’. Il nume latino era la divinità presente ed operante, numen, comprovato da numennu. Chiastico: nu-men-nu.
Io credo in te, Gesù, come Dio operante in me. Sono ridotto alla massima debolezza: inabile Inps al 100%; da questa settimana privato anche dell’amministrazione dei miei beni, ma nelle mani di mio fratello di cui mi fido.
Ma, in primis ho te, che sei tutto! Tu mi dai la gioia di vivere e la possibilità di rendermi utile. Resta con me. Dà forza a papa Francesco. Danne ai miei simili. Che non si rassegnino!
Sperare è aspettarsi qualcosa di bene dal futuro.
Da cristiano spero nel ravvedimento dei miei simili.
[1] Sabato della XV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Libro di Michea 2,1-5.
Guai a coloro che meditano l'iniquità e tramano il male sui loro giacigli; alla luce dell'alba lo compiono, perchè in mano loro è il potere.
Sono avidi di campi e li usurpano, di case, e se le prendono. Così opprimono l'uomo e la sua casa, il proprietario e la sua eredità.
Perciò così dice il Signore: "Ecco, io medito contro questa genìa una sciagura da cui non potran sottrarre il collo e non andranno più a testa alta, perchè sarà quello tempo di calamità.
In quel tempo si comporrà su di voi un proverbio e si canterà una lamentazione: "È finita!", e si dirà: "Siamo del tutto rovinati! Ad altri egli passa l'eredità del mio popolo; - Ah, come mi è stata sottratta! - al nemico egli spartisce i nostri campi".
Perciò non ci sarà nessuno che tiri la corda per te, per il sorteggio nell'adunanza del Signore.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 12,14-21.
In quel tempo, i farisei, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.
Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti,
ordinando loro di non divulgarlo,
perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia:
"Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti.
Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce.
La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le genti".
[2] http://www.agoramagazine.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=27029:animare&Itemid=713