ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 29 Luglio 2018 00:00

Kur um > coro mmm

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Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Migliorate la vostra condotta e le vostre azioni e io vi farò abitare in questo luogo

 

Noi abitiamo nel luogo di conoscenza dove si affronta con gioia il dubbio.

Io ringrazio il Padre ispiratore ed Agoramagazine per aver edito:

Oggi, Matteo invita a camminare in mezzo alle parole che usiamo col seme ed a quelle di ziz-ani-a, certi che alla fine questa andrà cenere nel fuoco di bib.bi e quelle resteranno vive coi frutti generati da noi, assistiti dall’Eterno.

Coro….namento della ricerca di questo supervisore è:

Kur.um7 : la ‘supervisione’!

kurum7 gurum2, kuru7, kur7 [IGI.ERIM or older IGI.NIG2/GAR]

n., lookust, spy; review, inspection, exsamination, supervision; delivery (ki, ‘place’, + uru3 (-m), to watch to guard’).

v., to watch; to chech, take stock; to review; to allocate, entrust; to place in crucible or dyeing vat[1].

Questa è esattamente la visione dall’Alto. Unisce kur (visto dagli antichisti solo come montagna; noi lo vediamo come centro della montagna sacra –kur-sa3 = sa-cro-) con um, ‘la parola che crea’, nei bonzi buddisti ommmmm). Potremmo dire: è l’om.el.ia dei cori angelici che ci invita a comportarci bene in modo di raggiungerli alla fine. Grazie dell’invito!

È un ‘guardar giù dall’alto’ il kur7. Curiosamente il deponente 7, che ha solo un significato per i zumerologhi (poveri; quelli che hanno ignorato i nomi degli dèi perché non esistono. Vorrei che questa motivazione perduri nei millenni futuri a prova di quanto idiota possa essere l’umano quando si impegna) è il numero più sacro, pari al numero delle divinità zumere dotate del mu, um, me, em.

Noi possiamo scrivere kur o mmm vel kur u mmm: in mezzo alle due espressioni triletterali abbiamo O il top del sacro antico. O invita oggi alla conversione gnostica.

Kur è lat. cor, il cuore di ognuno di noi: l’agone dove tutto inizia, dove si combatte, dove si decide la nostra vita: andrà in cenere, cenere, ki.en.ere di ersh.ki en? Andrà, am, al Padre, En?

Notate l’alternativa in [IGI.ERIM or older IGI.NIG2/GAR]: appaia occhi, igi, al disastro, erin, occhi, igi, al circolo (nigin) del raccolto:

nig2-gar (-gar) (-ra)

layer (strato), such as of dates of ripen; heaped up, stored; estimated yield; cultivaton agreement (‘objects’ + ‘to set out’ + nominative)[2].

Sabato della XVI settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Libro di Geremia 7,1-11. 
Questa è la parola che fu rivolta dal Signore a Geremia: 
"Fermati alla porta del tempio del Signore e là pronunzia questo discorso dicendo: Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che attraversate queste porte per prostrarvi al Signore. 
Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Migliorate la vostra condotta e le vostre azioni e io vi farò abitare in questo luogo. 
Pertanto non confidate nelle parole menzognere di coloro che dicono: Tempio del Signore, tempio del Signore, tempio del Signore è questo! 
Poiché, se veramente emenderete la vostra condotta e le vostre azioni, se realmente pronunzierete giuste sentenze fra un uomo e il suo avversario; 
se non opprimerete lo straniero, l'orfano e la vedova, se non spargerete il sangue innocente in questo luogo e se non seguirete per vostra disgrazia altri dei, 
io vi farò abitare in questo luogo, nel paese che diedi ai vostri padri da lungo tempo e per sempre. 
Ma voi confidate in parole false e ciò non vi gioverà: 
rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, bruciare incenso a Baal, seguire altri dei che non conoscevate. 
Poi venite e vi presentate alla mia presenza in questo tempio, che prende il nome da me, e dite: Siamo salvi! per poi compiere tutti questi abomini. 
Forse è una spelonca di ladri ai vostri occhi questo tempio che prende il nome da me? Anch'io, ecco, vedo tutto questo".

 



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,24-30. 
In quel tempo, Gesù espose alla folla una parola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 
Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 
Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. 
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? 
Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? 
No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 
Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio». 

 


[1] Halloran : 152.

[2] Halloran: 200.

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