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Mercoledì, 08 Agosto 2018 09:25

Venezuela: Maduro, fu vero attentato? Tutti i dubbi sui droni

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In un paesi in cui non ci sono fonti indipendenti, anche l'attentato in diretta Tv al presidente Maduro diventa un mistero. Mancano immagini chiare, le versioni ufficiali sono discordanti. E però al regime serve, per passare dalla parte della vittima e nascondere i suoi disastri.

I venezuelani hanno visto in diretta televisiva l’attentato contro Nicolas Maduro. La parata militare in occasione dell’81 anniversario della Guardia Nazionale realizzata a Caracas il sabato scorso è stata interrotta bruscamente. Diverse esplosioni hanno scatenato il fuggi fuggi dei militari che erano in formazione: secondo fonti ufficiali, droni carichi di esplosivi hanno provato a colpire il presidente del Venezuela, ma sono esplosi prima. 

Il capo del regime castro-chavista ha assicurato che si tratta di un attacco per ucciderlo. “Oggi hanno provato a uccidermi”, ha detto Nicolas Maduro nel suo messaggio alla nazione, tre ore dopo dell’incidente. Ma basta dare uno sguardo alla storia contemporanea venezuelana per avere dubbi su quella versione ufficiale. Restano più domande che risposte. Chi l’ha organizzato e con quale obbiettivo? La mancanza di informazioni da fonti indipendenti, l'assenza di immagini degli ordigni usati e le testimonianze contraddittorie dei testimoni hanno portato a mettere in discussione la veridicità dell'attacco. La Nuova BQ presenta un resoconto dei dubbi che restano da dissipare intorno ai droni esplosivi.

Quello che si sa. Alle ore 17:41, Maduro è evacuato dal suo servizio di sicurezza, mentre inizia la fuga precipitosa dei civili e dei militari presenti in viale Bolivar, pieno centro di Caracas. Nello stesso momento è stata segnalata un'esplosione in un edificio residenziale, situato a due isolati dall'evento. I vicini del quartiere hanno registrato le immagini dell’incendio divampato nell'appartamento 22 dell'edificio Don Eduardo. 

Parte lo show governativo. Tre ore dopo l’incidente, Maduro ha parlato al Paese: nel momento in cui "stava dicendo, non abbassare la guardia perché la cospirazione è tornata, nello stesso momento un ordigno è esploso di fronte a me, una grande esplosione”. Durante il suo discorso televisivo ha accusato “l’ultradestra venezuelana” e ha accusato direttamente l’ex presidente colombiano Juan Manuel Santos. Ecco la prima bufala: in Venezuela non è mai esistita "l’ultradestra". I partiti di opposizione sono una massa eterogenea di tutte le tendenze ideologiche, fra cui i più visibili sono di sinistra: “Accion Democratica” (AD), “Un Nuevo Tiempo” (UNT) e “Volutad Popular” (VP), sono membri attivi dell’Internazionale Socialista. “Primero Justicia” è di centrosinistra e “Vente Venezuela” di tendenza liberale.

Le contraddizioni delle voci ufficiali. Secondo il rapporto del ministro dell’Interno, Néstor Reverol, “dalle strade adiacenti alla cerimonia sono decollati due aerei guidati a distanza (droni) con cariche esplosive, ciascuno con un chilogrammo di esplosivo denominato C4, in grado di provocare danni in un raggio di circa 50 metri”. Invece il ministro della Comunicazione Jorge Rodríguez ha dichiarato che l’attentato era stato eseguito da tre droni: “Ci sono state tre esplosioni, un’esplosione di un drone davanti al palco presidenziale, un altro drone che è salito ed è esploso verso il lato destro del palco, cosa che ha generato la fuga dei parenti delle truppe che erano alla parata, correndo verso sinistra, e un terzo drone che è esploso nelle vicinanze di un edificio”, ha spiegato all’agenzia russa Sputnik.

Lo strano video casereccio. Il giorno dopo l’attacco è stato pubblicato un video amatoriale di 14 secondi in cui si vede il cielo con la voce di Maduro in sottofondo, durante il suo discorso. La fotocamera cerca di mettere a fuoco un oggetto volante simile a un drone. Una delle voci dice “sparo”. Subito dopo, l’artefatto va in mille pezzi. Alla fine del video si sentono le voci di diversi uomini e uno di loro dice “è un sabotaggio”. Perché ci sono dubbi sull’attentato? Perché durante la trasmissione ufficiale dell’evento non si vedono droni, è inusuale la mancanza di fotografie o video di un attacco avvenuto durante un evento pubblico e non è la prima volta che il dittatore socialista denuncia un “magnicidio”. Maduro accumula almeno una ventina di presunti attentati alla sua incolumità dall’anno 2013, quando è salito al potere dopo la morte del suo predecessore e mentore, Hugo Chávez (1999-2013). Inoltre, l'agenzia americana AP ha pubblicato che tre presenti vigili del fuoco sul posto hanno detto che l’incendio dell’appartamento è stato causato da una fuga di gas.

Il governo ha bisogno di distogliere l’attenzione dalla crisi. Ecco, in un Paese che vanta il record di inflazione (quest’anno potrebbe raggiungere il 1.000.000%, secondo dati del Fondo Monetario Internazionale), salari bassissimi e con la sua popolazione alla fame, in fuga disperata attraverso i confini, è facile che chiunque possa commettere la follia di attaccare il presidente. E molto più facile, quindi, distogliere l’attenzione dai reali problemi del paese.

In conclusione, show televisivo o vero attentato? Non è chiaro, ma sicuramente lo show governativo è stato molto utile per giustificare più persecuzioni, più arresti e più torture. Esperti ritengono che non ci sia stato un vero attacco, ma una serie di coincidenze che il governo cerca di sfruttare per passare dalla parte della vittima, sullo stile di Erdogan, e ulteriormente giustificare la sua radicalizzazione. Da evidenziare che durante il 2018 il regime ha imprigionato almeno 40 soldati con l'accusa di cospirazione, secondo l'organizzazione non governativa “Control Ciudadano”. Inoltre, il “Foro Penal Venezolano” conferma che ad oggi ci sono 248 prigionieri politici e 7.300 persone con processi penali in corso.

Attacco o no, sono state evidenziate le debolezze del regime che opprime il Venezuela. In questo momento, per alcuni, Maduro può essere più utile come martire della rivoluzione che come presidente. Il fuggi fuggi delle forze armate non è la migliore prova di fedeltà. Ne deriva una domanda: chi trarrebbe beneficio se venisse a mancare Maduro? Improvvisamente la risposta a tutte le domande potrebbe essere una verità lapalissiana.

Pubblicaco anche da La Nuova Bussola

 

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