Intanto si aggrava il bilancio delle vittime delle proteste cominciate martedì: secondo la Commissione interamericana dei diritti umani (Iachr) i morti sono ora 16. Il direttore del Forum anti-crimine venezuelano, Gonzalo Himiob, ha inoltre aggiornato il bilancio delle persone fermate, dichiarando che 278 persone sono state arrestate dallo scorso lunedì.
Oggi il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha esortato il presidente venezuelano su Twitter a "rispettare il popolo del Venezuela" e ad "evitare la violenza. Ricordo che il Parlamento europeo ha già chiesto alla Corte penale internazionale di indagare sui crimini commessi dal regime", ha aggiunto.
Mentre la Cina ha invitato gli Usa a non interferire con l'attuale situazione del Paese, opponendosi a ogni intervento esterno in Venezuela: "Tutte le parti coinvolte dovrebbero restare razionali ed equilibrate", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, secondo cui la priorità dovrebbe essere la ricerca di "una soluzione politica sulla questione venezuelana con il dialogo pacifico all' interno della cornice della Costituzione del Venezuela".
Continuano ad arrivare intanto dichiarazioni di solidarietà a Maduro. Oggi à stata la volta di Russia e Turchia. "Abbiamo sostenuto e continueremo a sostenere il Venezuela, che è nostro amico e nostro partner strategico", ha detto il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov. "Ci schieriamo al suo fianco per salvaguardarne la sovranità e per proteggere il principio della non interferenza negli affari interni (degli altri Stati)", ha detto Ryabkov. "La cooperazione pratica tra la Russia e il Venezuela continuerà in diversi settori e non abbiamo alcuna intenzione di ridimensionarla", ha aggiunto. "Fratello Maduro, resisti, siamo al tuo fianco", gli ha fatto eco in una telefonata il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dopo l'autoproclamazione di Guaidó. Lo ha riferito su Twitter il portavoce del leader di Ankara, Ibrahim Kalin, condividendo anche l'hashtag #WeAreMADURO (Noi siamo Maduro). Ieri il portavoce del presidente messicano Lopez Obrador ha detto che "per ora non c'è nessun cambiamento di posizione riguardo al Venezuela: il Messico continua a riconoscere Nicolas Maduro come presidente del Paese". In brevi dichiarazioni al quotidiano spagnolo El Pais, Jesus Ramirez, ha chiarito così che il governo messicano non intende riconoscere la legittimità di Juan Guadò, il presidente dell'Assemblea Nazionale venezuelana, che ha assunto oggi i poteri dell'Esecutivo come "presidente incaricato".
Il Brasile - insieme a Canada, Perù, Ecuador, Costa Rica e Paraguay - ha riconosciuto la legittimità di Guaidò come presidente del Venezuela ma non parteciperà né appoggerà un intervento militare nel Paese, ha detto oggi il vicepresidente brasiliano, Hamilton Mourao. "Il Brasile non parteciperà in nessun intervento, non fa parte della nostra politica esterna l'intervenire nelle questioni interne di altri paesi", ha detto alla stampa Mourao, che assicura le funzioni della presidenza brasiliana mentre il presidente Jair Bolsonaro si trova a Davos.
Da parte sua, l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Federica Mogherini ha fatto sapere in un comunicato che l'Ue sostiene pienamente l'Assemblea nazionale in quanto democraticamente eletta, i cui poteri vanno ripristinati e rispettati. E' necessario assicurare e rispettare i diritti civili, la libertà e la sicurezza di tutti i membri dell'Assemblea, incluso il suo presidente Juan Guaidò". E poi: "La violenza e l'uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza è completamente inaccettabile, e certamente non risolveranno la crisi. Il popolo venezuelano ha il diritto di manifestare pacificamente, scegliere liberamente i propri leader e determinare il proprio futuro". (Ansa)