ANNO XIX Febbraio 2025.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 28 Gennaio 2019 00:00

Castelnuovo di Porto, nel giorno della memoria, tre sindaci e un vescovo per il cara'list

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Video inviato dalla nostra giornalista Enza Beltrone che mostra in primo piano il sindaco del Comune Castelnuovo di Porto che nel giorno della Memoria, ovvero della deportazione degli ebrei, parla della deportazione degli amici del Cara dove stava funzionando l'integrazione. 

Il giorno della memoria per non dimenticare e incorrere negli stessi errori. La storia può essere ciclica.

La Shoah è ricordata oggi in tutto il mondo affinché non si possa più ripetere. Eppure quei 6 milioni di ebrei morti, con mezzi disumani che hanno raggiunto l’apice possibile dell’atrocità umana, non è servito a porre fine alle guerre che continuano nel tempo a spargere sangue e ingiustizie.

Territori e popoli depredati, trucidati in nome delle idee o del potere economico. Nel XXI secolo continuano a morire le persone, sotto le granate, bombardati dai caccia, sopra le mine umane oppure annegati fra le fredde acque del mediterraneo. Una società priva degli stessi diritti e doveri dà voce ai privilegi. L’idea del merito come unico elemento di distribuzione delle risorse è forse troppo semplicistica. Bisognerebbe partire dal postulato che la storia non abbia avuto i suoi effetti e che i debiti siano azzerati.

Il CARA di Castelnuovo di Porto - in questa settimana – si è fatta sintesi concettuale delle varie posizioni politiche del Paese. Per molti manifestanti un esempio preoccupante. Le “liste di trasferimento” richieste dalla Prefettura hanno l’antico sapore delle dolorose liste dei deportati del regime nazi-fascista durante la seconda guerra mondiale. 

Secondo il Descreto Sicurezza il Centro non può ospitare rifugiati non essendo uno SPRAR, così tempo due giorni e saranno trasferiti. Unica informazione concessa la regione di arrivo.

Qualcuno fra i manifestanti sostiene che fin quando la struttura apparteneva a Buzzi e Carminati nessuno ha mai pensato di chiuderlo. E seguendo la voce della folla - “Modi scriteriati o con richieste da deportati” – avviciniamo un manifestante e lo intervistiamo. 

Umberto lavora al centro e si ferma a parlare con noi.  

“…venerdì intorno alle 14 è arrivata una nota dal Ministero dell’Interno di ricollocare 305 persone da martedì a sabato in varie regioni, senza mai indicare la città o il paese di destinazione”.

Ma dovevate ricollocarle voi?

 “Noi dovevamo fare le liste, il ricollocamento lo avrebbero fatto loro. La Prefettura ci ha dato il compito di stilare delle liste di ragazzi che dovevano essere ricollocati sul territorio italiano. Oggi sono state portate via 30 persone verso la Basilicata e la Campania. Domani 75 andranno nelle Marche, in Abbruzzo e nel Molise. Il picco sarà sabato prossimo con 90 persone in Lombardia”.

Quindi il gruppo più cospicuo andrà in Lombardia?

“Stranamente pare proprio di sì!”

Siete preoccupati per loro?

“Sì! Non sappiamo dove andranno e molti di loro hanno cominciato l’iter burocratico di partenza qui. Molti hanno l’avvocato a Roma”.

Queste liste che vi hanno chiesto di preparare secondo quali criteri dovevano essere compilate?

“Uomini e nuclei. E poche donne perché poi ci sono alcune situazioni di vulnerabilità all’interno del centro. Nuclei monoparentali, ovvero mamme single con bambini o persone che hanno avuto l’umanitario e che non hanno più diritto all’accoglienza perché hanno un permesso di soggiorno e sono liberi di circolare sul territorio italiano. Erano in attesa di SPRAR ma con il decreto Salvini questi si andranno eliminando. Infatti, proprio oggi, le prime due persone sono state dimesse dal CARA, come diceva la nota prefettizia, e date in bocca al lupo. Senza una dimora. È stato tutto troppo velocemente deciso e abbiamo difficoltà a dare spiegazioni, non sappiamo nulla”.

Sentivo parlare di modi scriteriati e richieste da deportati dai manifestanti che intendono?

“Oggi è stata messa alla porta una donna di 26 anni che ha l’umanitario e il sindaco di Castelnuovo si è proposto come volontario per ospitarla nella propria casa senza sfruttare i soldi dei contribuenti come potrebbe pensare chi guarda la TV. Un altro ragazzo di 27 anni è stato mandato via ieri e sta tentando la fortuna da qualche amico su Roma con qualche connazionale che gli possa dare una mano.

Tra chi sarà trasferito c’è qualcuno che aveva già un lavoro?”

“Sì, alcuni ragazzi tramite protocollo d’Intesa tra Comune e Prefettura avevano fatto i lavori socialmente utili, ad esempio la signora di 26 anni allontanata oggi. Sempre lei come altri ragazzi hanno intrapreso un percorso d’istruzione, di scuola media o superiore. Alcuni frequentavano i laboratori attivati, uno per pizzaiolo e uno di fotografia, ma sono stati comunque mandati via, indipendentemente dal fatto che lavorassero. Vi è un ragazzo con contratto regolare presso la pompa di benzina di Monterotondo Scalo che è nella lista dei ricollocamenti dei prossimi giorni. Così perderà il lavoro”.

Questo secondo il nuovo decreto?

“Il decreto Salvini dice questo. Da una dichiarazione del Prefetto di venerdì scorso su Repubblica l’accelerazione delle tempistiche è dovuta alla chiusura del Centro. Abbiamo il contratto come ente gestore con scadenza il 31 gennaio”.

Tutti i progetti di Integrazione che fine faranno?

“Penso che l’idea di chi ha emesso questa circolare sia di farli integrare in altri paesi dell’Italia. Vorrei sottolineare che oltre la drammaticità di questi poveri ragazzi, che già erano stati trasferiti da noi da altre strutture chiuse per problemi di legalità e con storie tragiche alle spalle, si aggiunge al dramma che colpirà 107 lavoratori che dal 31 gennaio perderanno il lavoro e le certezze acquisite. Vi sono famiglie che lavorano interamente qui e da fine mese cosa faranno? Anni di formazione e adesso?

Parlava di trasferimenti precedenti verso il Cara, cosa intendeva? 

Erano stati trasferiti qui da alcuni centri smantellati per infiltrazioni mafiose. Adesso li trasferiscono nuovamente dal CARA a chissà dove. Imbarcarsi in un secondo trasferimento può essere spaventoso.

Prova di civiltà fra i manifestanti e proposte di alternative aggreganti ai sindaci di  Castelnuovo di Porto, di Cerveteri, di Rignano e al Vescovo… replicano: “resistiamo, siamo in tanti”.

Read 1115 times Last modified on Martedì, 29 Gennaio 2019 17:46

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