ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 03 Luglio 2015 00:49

L’istituto italiano di Cultura che verrà

Written by 
Rate this item
(0 votes)

Caracas  (Venezuela) - Da 5 mesi L’IIC a Caracas ha una nuova direttrice dopo un vuoto di più di anno alla sua guida si è insediata la Dott.sa Erica Berra, piemontese, figlia del noto critico d’arte Miche Berra la cui collezione d’arte, data in comodato, ha permesso la creazione a Costigliole di Saluzzo nel palazzo Sarriod de La Tour di una mostra permanente dell’Arte del 900.

 

Viene spontaneo domandarle dottoressa Berra qual’e l’ambito culturale che lei piú ama anche se la risposta sembra scontata.

“In veritá nonostante il mondo in cui sono cresciuta, nemmeno nel cortile si poteva giocare perché pieno dalle opere che mio padre collezionava, mi sento più incline verso la musica contemporanea e il cinema. Per musica contemporanea mi riferisco ad autori come Berio, Nono, Romitelli e altri. Spero per il prossimo anno di poter organizzare degli eventi che portino a conoscere questi musicisti poco noti alla collettività italiana all’estero. L’altra grande passione è il cinema, in Guatemala ho presieduto per 6 anni la direzione del cinema europeo e qui a Caracas ho dato continuità agli incontri sul cinema italiano qui nell’Istituto cercando di strutturarli su tematiche riguardanti l’Italia, ma anche di respiro universale”.

Come vede dal suo punto di vista i differenti attori nella promozione della cultura italiana presenti in Venezuela e si sta pensando a un progetto di collaborazione per la creazione di eventi culturali in collaborazione con loro?

“ Premetto che nonostante sia qui da cinque mesi ed abbia iniziato un tour de force per poter incontrare gli attori culturali del Venezuela, e quindi non solo quelli appartenenti alla comunità degli italiani, devo conoscere più a fondo le realtà presenti sul territorio. Sento in modo positivo l’uso della lingua italiana sia all’interno della collettività e l’interesse che genera nei venezuelani e lo dimostrano le iscrizioni sempre in crescita ai nostri corsi d’italiano. Per quanto riguarda le associazioni italiane in genere credo che uno dei compiti dell’Istituto sarà quello di svecchiare un po’ questo mondo culturale e fare da ponte perché si metta al centro l’Italia della cultura attuale, recuperando alcuni decenni per così dire di stagnazione dell’Italia culturale che presentano le associazioni promotrici della cultura italiana”.

Sappiamo che lei sta cercando di collaborare con i centri di cultura del Venezuela a più livelli, nel senso che a parte i luoghi istituzionali come il Celarg, dove a settembre sarà presentata la mostra sulla Milano dell’editoria, evento legato all' Expo 2015, lei sta parlando anche con gruppi di base, per cosí definirli, per portare il cinema italiano nei barrios e aprire cosí un canale di dialogo e di scambio con i giovani venezuelani.

“Si credo che il compito dell’istituto di promuovere la cultura italiana non può chiudersi all’interno dei circoli di sempre, ma deve trovare spazi nuovi e recuperare quelli che per varie questioni erano stati chiusi. Il Celarg per esempio che per decisione del governo aveva chiuso i battenti alle manifestazioni organizzate dalle ambasciate e poter ritornare a collaborare mi sembra una cosa magnifica. Ma dobbiamo fermarci qui, ci sono molti gruppi attivi nella città che sono interessati ad aprirsi alla cultura italiana ed è mio compito non perdere quest’opportunitá. Per esempio stiamo valutando di collaborare a un cineforum organizzato da un’associazione giovane del centro di Caracas, zona che è stata riscattata, come è avvenuto in altre grandi cittá latinoamericane, ed è un’occasione da non perdere e che può contribuire a far diminuire la paura che i carachegni hanno di certi luoghi.”

Quindi un Istituto lanciato verso l’esterno che cerca nuovi spazi e nuovi interlocutori in un progetto dove l’attualità culturale italiana sembra voler sostituire un po’ la funzione conservatrice dell’italianitá in Venezuela, un’apertura alla nuova migrazione di giovani italiani che da qualche tempo hanno trovato una nuova casa nel paese e che per tanti motivi non sono riusciti ad entrare nelle associazioni italiane presenti sul territorio.

“Si, direi un Istituto che cerca allo stesso tempo di diventare al suo interno un centro di promozione d’attivitá fuori da quelle tipiche di offrire corsi d’Italiano e allo stesso tempo un istituzione aperta al dialogo con il Venezuela, capace di farsi partecipe delle attività che possono permettere la promozione della nostra missione di promuovere la cultura italiana. Allo stesso tempo la ricerca di un dialogo con i nuovi emigrati dall’Italia che spesso occupano posti importanti nella cultura del paese, da quelli che gestiscono piccole compagnie teatrali, a quelli impegnati nell’editoria e nell’informazione e in tutti i campi che offrono affinità con il nostro compito di diffusione della cultura italiana.”

Quindi un Istituto che punta sulla modernità e contemporaneità e che proprio in questa visione di trovare punti d’incontro con la realtà giovanile si prepara a usare anche i nuovi media per lanciare i suoi ponti.

“Si credo che trovare gli spazi adeguati per l’arte contemporanea giovanile, che passa attraverso l’utilizzo dei nuovi media, sia una delle sfide che vedranno impegnato l’Istituto Italiano di Cultura per la creazione della programmazione per l’anno a venire. Insomma, un Istituto di Cultura che celebra i 750 anni della nascita di Dante ma allo stesso tempo promuove l’attualità della produzione culturale italiana”.

Read 973 times Last modified on Lunedì, 22 Giugno 2015 18:55

Utenti Online

Abbiamo 1166 visitatori e nessun utente online

La tua pubblicità su Agorà Magazine