A Liviano che propugna con rinnovato fervore l’istituzione di un parco per il Mar Piccolo al fine “di dare centralità all’uomo, restituendogli la dignità del lavoro” (parole Sue…), e vuol giustificare la realizzazione di un’area protetta anche e soprattutto al fine di promuovere le attività di mitilicoltura in uno a quelle agricole tradizionali, risponderei che questa è ancora un modo un po’ “miope” di guardare al futuro d’un area che si vuol mettere sotto tutela, pur garantendo naturalmente l’espletamento delle attività economiche lecite e pulite di chi lavora su questo nostro mare interno.
La vera “centralità” oggi dovrebbe essere costituita dagli inestimabili benefici che derivano dal normale funzionamento degli ecosistemi naturali, come un clima favorevole e stabile, un suolo fertile, acque pulite, e soprattutto la diversità dei viventi cui ancor oggi la politica e la nostra civiltà tecnologica non assegna il giusto valore, media compresi!
Tuttora inascoltati, scienziati di tutto il mondo propongono un “Accordo Globale sulla Natura”, perché una natura rigogliosa è essenziale alla vita sulla Terra, la stessa sopravvivenza dell’uomo dipende da una serie di delicate interazioni col mondo naturale : oggi gli ecosistemi naturali, il Mar Piccolo di Taranto compreso, hanno perso il loro equilibrio proprio sotto la pressione delle innumerevoli attività umane, troppi pesticidi sui campi, troppi inquinanti, troppa plastica nel mare, troppe motoseghe, troppi incendi nelle nostre macchie e nelle nostre foreste, a tal punto da far dire all’ecologo E. Mayr che “guidiamo astronavi con la mentalità d’un cavernicolo”, espressione che la dice lunga sulle sensibilità ambientali dell’uomo moderno.
Notizie veramente allarmanti dal mondo della scienza, come quella che le specie viventi si stanno estinguendo con un ritmo addirittura 1000 volte più veloce di quello che natura comanderebbe, e credetemi, è veramente terrificante per il sottoscritto sapere che probabilmente entro il 2020 ben due terzi degli animali selvatici saranno scomparsi. Le mie amatissime farfalle, le coccinelle, le api, più del 40 % delle specie d’insetti sono attualmente in declino, e più d’un terzo è in pericolo con un tasso d’estinzione che si stima 8 volte più veloce rispetto ai vertebrati.
Sperando con tutta l’anima che tali stime siano eccessive, anche noi microfaunisti stiamo constatando che cambiamenti climatici, deforestazione, consumo di suolo e urbanizzazione stanno ponendo seri limiti al ruolo degli insetti nella impollinazione e trasformazione della materia organica, si parla addirittura di danni alla loro fertilità!
Alla luce di quanto precede, penso che non v’è maniera migliore, caro Liviano, di dare “centralità” a chi dovrà vivere nel parco e del parco che attivare preventivamente un robusto “cambio di passo” culturale, affinché tutti, proprio tutti si prenda coscienza di quei processi e di quelle condizioni degli ambienti naturali che rendano possibile la vita e la salute di singoli organismi viventi quali noi siamo, questo per evitare che vengano ulteriormente compromessi dalle varie forme d’inquinamento che andiamo a tutt’oggi praticando come se fosse la normalità.
Come è accaduto e accade ancor oggi, purtroppo, al nostro magico, stupefacente, generoso e sempre mitico Mar Piccolo di Taranto!
Solo a queste condizioni e non prima, caro Liviano, mitilicoltori, molluschicoltori e agricoltori potranno diventare a pieno titolo “i primi custodi del territorio e del paesaggio”.