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Lunedì, 09 Settembre 2019 05:37

80 parole a rischio d’estinzione. Quale salvereste?

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Siena, 6 settembre 2019 - E tu? Quale parola salveresti? è partito via social il sondaggio su ‘quale parola da salvare’ in preparazione della quarta edizione di Parole in cammino

(il Festival della Lingua italiana e delle Lingue d’Italia, Siena, 1-5 aprile 2020), manifestazione promossa dal Comune di Siena, in collaborazione con l’Università per Stranieri di Siena e l’Università di Siena, diretta da Massimo Arcangeli. Fra gli altri partner del Festival spiccano la Società Dante Alighieri, l’Accademia della Crusca e le case editrici Zanichelli, Mondadori e Aracne.
 
Se, per assurdo, dovessero scomparire 50 parole dalla nostra memoria collettiva, perché adoperate sempre meno, quale salvereste? Tutti i dizionari le depenneranno, i giornali le bandiranno da ogni articolo, la televisione vieterà di usarle e internet le farà scomparire: quale vorreste non si perdesse?
 
Al tempo di Dante c’era un colore, il color perso, tra il purpureo e il nero, che era quello di certe stoffe provenienti dalla Persia; oggi quel colore non c’è più, perché quei tessuti non esistono più. E il giorno in cui non potessimo più ammirare l’arcobaleno potrebbe scomparire anche la parola indaco, il cui significato ormai sfugge a tantissimi giovani. Anche molti significati muoiono, ma quando le parole che li esprimono sono ancora in vita non sempre ce ne accorgiamo perché il loro involucro, il loro bozzolo, è ancora lì. La parola ci sembra la stessa di sempre, e invece non lo è. Abbiamo bisogno di sfumature che insegnino a distinguere, e in questo le parole aiutano. Anche i dizionari contribuiscono a ricordare le parole. Per questo l’Accademia della Crusca custodisce con cura e propone al pubblico le versioni elettroniche di molti vocabolari del passato. 
 

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