ANNO XVIII Maggio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 05 Ottobre 2019 01:59

Prima Assicurazione prima fregatura?

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Si sa che le assicurazioni dovrebbero mostrare il loro volto, al di là della pubblicità, al momento del bisogno, ovvero di fronte a un sinistro. E’ la loro mission, la ragione fondante del rapporto col cliente.

Il punto interrogativo nel titolo è per celia o meglio, per non sparare sulla Croce Rossa, perché dalla vicenda esce un quadro di grossolana gestione mentre il dito, forse, lo dobbiamo puntare contro la legge, dura lex, sed lex.

La cosa che tutti possono condividere è la velocità che Prima Assicurazioni ha mostrato nel captare il cliente, in pochi minuti sono stato assicurato. Pubblicità martellante, insomma la Milano da bere è efficiente, gira al massimo e usa le tecnologie alla grande, insomma solo online, niente file, niente sportelli e rapporto qualità prezzo conveniente. C’è un ma.

Ma la iattanza ha voluto che dopo 20 giorni dall’assicurazione rinnovata mi capita un primo incidente, fra quelli che rientrerebbero nella casistica dovuta dall’imperizia di altri. Mi ero fermato a destra, dopo aver svoltato in una stradina. La macchina era ferma, non sbucavo da un parcheggio. In sosta. Mentre sto per uscire dalla macchina non mi accorgo che un auto sbuca a velocità non certo urbana e passandomi molto vicino con lo spostamento d’aria mi fa sfuggire la portella che accarezza tutta la fiancata dell’altra auto. Constatazione amichevole con uno che esce dall’auto ridendo. Capirò solo dopo che la sua ilarità è dovuta al fatto che l’auto è aziendale e non sua.

La gestione assicurativa si colora di giallo allorquando ricevo nei giorni seguenti una telefonata da Milano che mi dice, senza mezzi termini, che non ho diritto al risarcimento a causa della portella aperta. Il codice della strada non perdona.

Insomma se esci dalla macchina devi stare attento, in pieno centro urbano, al bolide che sbuca dall’angolo con la fretta di rientrare a casa e che non si ferma vedendo che c’è un auto ferma e una persona che sta scendendo, col rischio di investirlo. In tutta questa vicenda l’eccesso velocità in città non viene tenuta in considerazione dagli assicuratori.

Tuttavia dopo due giorni arriva il perito della ‘Prima’ che mi scombussola un po’. Perché periziare se non c’è rimborso? Difatti il perito mi dà ragione: “Ma a che velocità andava! Ma guarda che ha combinato” riferendosi all’investitore. Parlo della telefonata ricevuta e il perito risponde: “non può essere l’assicurazione Prima, forse è l’altra assicurazione”. Per questo perizia, quantifica e mi dice che posso già ripararla. Persino la cifra mi suggerisce.

Per giorni non si sa nulla e non arriva alcun messaggio al mio indirizzo di posta, quello che dopo pochi minuti mi aveva assicurato con tre messaggi (Sic!).

Neanche a una mia pec, in cui chiedevo notizie, rispondono! Dopo un certo tempo arriva la telefonata dell’altra assicurazione che vuole periziare. Immagino che non vogliono pagare senza avere prima un riscontro. Insomma trascorrono almeno venti giorni e dell’altro perito, quello dell’assicurazione controparte, non si sa nulla. Alla fine telefono, dopo un giro di numeri e parlo con l’ufficio sinistri di “Prima” e riconosco la voce di quello che da Milano mi aveva detto e ora lo ripete che non ho diritto ad alcun rimborso: “lei ha ragione ma sa il codice della strada…”.

Tutto il teatrino messo su a che pro? Morale della fregatura è tutta nella gestione del sinistro che non appare trasparente e risulta senza alcuna informazione. Poi c’è il codice della strada che non si curerrebbe dell’imperizia di chi guida e non sta attento nel girare di corsa e magari poco si importa della macchina aziendale. Ma questi saranno cavoli loro. Resta la beffa di chi esce dall’auto in un pomeriggio caldo di agosto, in una strada apparentemente deserta che nascondeva l’incognita della sfortuna.

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