Il progetto ha immaginato per il Lanificio al Bivio di Veglio Mosso differenti possibili destinazioni d’uso (ricettiva, abitativa, lavorativa) concretizzate nell’allestimento in mostra con la costruzione di una stanza in elementi scultorei in pietra leccese, alla ricerca di un inedito rapporto estetico tra le strutture delle industrie e le forme artigianali dell’arredo.
Secondo la giuria, presieduta dall'architetto ticinese Mario Botta, il progetto, "era quello che meglio rappresentava l'eleganza del territorio biellese, tendendo alla stabilità della forma e costruendo un ordine dinamico e multifunzionale, che si configura come la struttura di una danza: una gravitazione armonica di elementi in un grande spazio".
Vincitore la stanza di pietra |
Se nel 2013, “Making solo” di StudioErrante Architetture aveva lasciato un messaggio sulla centralità del saper fare, la proposta del "Il rammendo della vallata" del gruppo Concreto nel 2015 suggeriva una serie di interventi di rammendo dei due lembi della
vallata del torrente Cervo, il progetto vincitore del 2019 ragiona sullo spazio interno partendo dalla considerazione che le cattedrali abbandonate della produzione industriale si sono costruite nel tempo secondo strutture e sequenze spaziali ideate per la vita della
macchina produttiva e che la loro trasformazione dovrebbe ribaltare queste gerarchie, per definire un nuovo ordine di relazioni, in un’idea di nuovo spazio collettivo/comunitario.
Si sono invece aggiudicati le due menzioni Atelier Remoto (Lara Monacelli, Valentina Merz) con "Teatro Aperto del Cervo" che ha lavorato sugli spazi dell'ex Lanificio Pria proponendo una piazza sopraelevata protesa sul torrente per riattivare la relazione di
Biella con il proprio fiume e il gruppo di Gloria Bazzoni con "Accade tutto tra i margini di una finestra quando il paesaggio si fa architettura", che ha riflettuto sul ruolo e sul valore della natura come strumento capace di definire l’efficacia dell’azione di progetto e oltrepassare la soglia del Lanificio al Bivio, contaminando spazi e riattivando luoghi.
Gruppo di Gloria Bazzoni con Accade tutto tra i margini di una finestra quando il paesaggio si fa architettura Photo Credit Fabio Oggero |
L’edizione 2019 del concorso intende sottolineare e promuovere l’unione tra il Premio e il territorio biellese. Difatti quest’anno è stato introdotto un sistema partecipativo che ha coinvolto alcune realtà del territorio nella scelta degli ambiti di intervento.
Allargato Il percorso, avviato nel 2013 con “Industrie dismesse. Giovani progettisti fabbricano idee”, che aveva il focus progettuale sul Lanificio Maurizio Sella, si era al contesto paesaggistico, urbano e culturale nel 2015 con “Paesaggi industriali. Giovani progettisti fabbricano idee” fino ad estendersi capillarmente ai confini provinciali con questa edizione. Per dare coerenza al processo e favorire un virtuoso e più stretto collegamento tra il Premio e il territorio, è stato introdotto il più esteso e partecipato format del 2019.
Atelier Remoto - Lara Monacelli, Valentina Merz - “Teatro Aperto del Cervo__ Photo Credit Fabio Oggero |
AREE D’INTERESSE
Le sei aree individuate e selezionate a maggio 2019 tramite avviso
pubblico sono:
- Lanificio Ubertino Silvio (Via Quintino Sella 4, Lessona);
- Ex Filatura Simon (Via Santuario d'Oropa 162, Biella);
- Ex Lanificio Pria (Via Ogliaro 5, Biella);
- Complesso industriale Yukon (Strada Trossi 18, Verrone);
- Lanificio Al Bivio (Vegliomosso);
- Villaggio Operaio Poma (Miagliano).
I FINALISTI
I gruppi di progettisti under 30 in mostra sono:
- Bazzoni Gloria, Di Teodoro Marco, D’Ottavi Sara, Mazzamurro Matteo;
- Vacuum (Comi Serena, Baldi Gino);
- Studio SuperSpatial (Gullo Matteo, Govi Andrea, La Marca Antonio);
- Marini Michele, Delgrosso Daniele, Livetti Claudio;
- Mellini Matilde, Amodio Marino;
- Atelier Remoto (Monacelli Lara, Merz Valentina);
- Nicli Enrico, Longo Andrea, Silenzi Anna;
- Studio Biro+ (Paterno Giuseppina, Bifone Luca, Martielli Daniela, Suaria Francesca);
- Quadrato Vito, De Venuto Tiziano, Miccoli Andrea, Tupputi Giuseppe.
IL PREMIO
I lavori sono valutati da una giuria d’eccellenza che assegnerà il Premio Maggia 2019, del valore di 10.000 euro, e due menzioni.
Il premio è bandito dalla Fondazione Sella Onlus, con l’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori e l’Ordine degli Ingegneri di Biella.
LA GIURIA
La prestigiosa giuria è presieduta dall'architetto Mario Botta ed è composta da:
- Nino Cerruti, stilista e presidente di Lanificio Cerruti;
- Yves Nacher, direttore del forum d’Urbanisme et d’Architecture di Nizza;
- Gianni Massa, vice presidente vicario del Consiglio Nazionale Ingegneri;
- Marina Salamon, imprenditrice;
- Marco Trisciuoglio, docente di Progettazione del Paesaggio al Politecnico di Torino.
LA FONDAZIONE SELLA ONLUS
La Fondazione Sella Onlus conserva e rende disponibile ai ricercatori un importante patrimonio documentario e iconografico che testimonia la storia della cultura, della società e dell’attività imprenditoriale locale e nazionale. Con sede nel lanificio Maurizio Sella, la Fondazione valorizza il contenuto dei suoi archivi anche attraverso mostre, pubblicazioni e convegni.
IL LANIFICIO MAURIZIO SELLA
Affacciato sul torrente Cervo, il Lanificio, splendido esempio di archeologia industriale che permette l’accurata ricostruzione dei passaggi dall’artigianato all’industria, è oggi di proprietà del Gruppo Banca Sella. Vincolato dal 1988, il complesso architettonico
si compone in epoche diverse: le notizie su un primo mulino risalgono alla fine del Duecento, la presenza di una cartiera e di una ferriera vi risulta da metà Cinquecento e alla fine del Seicento viene eretto un albergo di virtù con annesso filatoio di seta e di lana. Tra il 1838 e il 1845 tutti gli stabili e i salti d’acqua del torrente vengono acquistati da Maurizio Sella per impiantarvi la sua azienda tessile. L’azienda conoscerà una
notevole fioritura e rimarrà attiva fino alla metà del Novecento.
Attualmente parte del complesso è in uso come sede della Fondazione Sella Onlus, altre porzioni sono occupate dal Centro elaborazione dati e dall’Università aziendale del Gruppo Banca Sella. Le parti restanti saranno gradualmente oggetto di restauro e di riutilizzo.
FEDERICO MAGGIA
Federico Maggia (1901-2003), ingegnere e architetto biellese, ha conferito alla Fondazione Sella Onlus l’intero archivio della sua opera e delle tre precedenti generazioni di progettisti Maggia. Le ha altresì affidato la gestione del Premio a lui intitolato, che
per sua esplicita volontà deve dare un aiuto tangibile ai giovani che si apprestano a entrare nel mondo della professione. Poco incline alla decorazione e all’esubero di materiali, Federico Maggia è stato architetto prolifico, dotato di profonda conoscenza
dei materiali, sensibilità per le proporzioni spaziali e originalità nello sviluppo dei dettagli.
CREDITI
Comitato dei promotori Promosso da
Angelica Sella (Presidente Fondazione Sella),
Gelsomina Passadore (Presidente Ordine degli Architetti P.P.C. di Biella,
Marco Francescon (Presidente Ordine degli Ingegneri di Biella)
Comitato di gestione Con
Gian Luca Bazzan (presidente), Antonello Bodo, Alessandra Pivato, Manuel Ramello, Andrea Zorio
Comitato di selezione
Manuel Ramello (presidente), Alberto Cecca, Alberto D’Elia, Stefano D’Elia, Generoso De Rienzo, Andrea Zorio
Giuria In collaborazione con
Mario Botta (presidente), Nino Cerruti, Gianni Massa, Yves Nacher, Marina Salamon,
Marco Trisciuoglio
Curatore mostra e catalogo
Gian Luca Bazzan
Identità visiva Con il contributo di
Tassinari/Vetta
Realizzazione grafica
Flavio Gaida
Allestimento Sponsor tecnici
ABACO | Collaborative Design Studio
Segreteria organizzativa
Sara Gentile, Chiara Meneghello
-?-
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TEMPINI 1921
riveste l'abitare
Comune
di Biella
Provincia
di Biella