ANNO XVIII Maggio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 08 Ottobre 2019 14:50

Siria, passo indietro Usa: "Nessun ritiro, 50-100 soldati ridispiegati" Pronta l'offensiva turca in Siria

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L'artiglieria turca ha colpito nella notte la regione nord-orientale siriana al confine con l'Iraq. Lo riferisce la Sana, l'agenzia governativa di Damasco, che mostra foto e video dei bombardamenti avvenuti nei pressi del valico frontaliero di Simalka, tra Iraq e Siria, e corridoio vitale per i rifornimenti militari e logistici della Coalizione anti-Isis a guida Usa e per le forze curdo-siriane. Questa notizia non ha trovato conferma da parte turca né dalle autorità curdo-siriane.

Nessun ritiro di soldati americani, solo un ridispiegamento di 50-100 militari verso altre basi all'interno della Siria. E' quanto hanno chiarito fonti dell'amministrazione di Washington in un briefing con i giornalisti a proposito dell'annuncio fatto ieri dal presidente Donald Trump e del possibile avvio di un'operazione turca nel nord della Siria. "Noi abbiamo un piccolo numero, da 50 a 100 uomini delle forze speciali nella regione, e non dovrebbero rischiare di essere feriti, uccisi o catturati nel caso in cui i turchi dovessero superare il confine ed avviare una battaglia con le forze locali curde", ha premesso la fonte. Pertanto, il presidente, nella sua qualità di comandante in capo, "aveva l'obbligo di rimuovere questo piccolo numero di soldati che si trova lì", ha proseguito la fonte, sottolineando che "questo non costituisce un ritiro dalla Siria: stiamo parlando di un piccolo numero che sarà spostato in altre basi all'interno della Siria, in aree sicure".

Tutti i preparativi per un'operazione militare turca nel nord della Siria sono conclusi. Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Ankara, ribadendo come la creazione di una "zona di sicurezza" al confine tra i due Paesi sia essenziale per la stabilità della regione e per permettere ai siriani di vivere in sicurezza. "La Turchia non accetterà mai la creazione di un corridoio del terrore o di uno stato del terrore al di là dei suoi confini in nessuna circostanza e a nessun costo", ha detto dal canto suo il vice presidente turco, Fuat Oktay.

Nel suo intervento il vice presidente ha anche difeso la politica di Ankara, che ha già effettuato due operazioni militari nella vicina Siria e che si appresta a lanciarne una terza, e ha risposto al presidente americano Donald Trump, che ieri ha detto di essere pronto ad "annientare l'economia della Turchia'' se dovesse ''superare i limiti''. "Il nostro messaggio alla comunità internazionale è chiaro. Non siamo un Paese che agisce in base alle minacce. Come ha sempre sottolineato il nostro presidente, la Turchia seguirà sempre la sua strada e prenderà in mano la situazione'', ha detto Oktay .

Secondo l'agenzia Anadolu, truppe e mezzi blindati turche sono già stati inviati nelle città di Sanliurfa e Kilis, al confine con la Siria. L'obiettivo, riferiscono i media turchi, è rafforzare le postazioni militari lungo la frontiera con il Paese arabo per scongiurare la nascita di un'entità nazionale curda al confine e permettere il ritorno di due milioni di rifugiati siriani. "La creazione di una safe zone è necessaria per dare una vita sicura ai siriani e contribuisce alla pace e alla stabilità nella nostra regione", ha scritto il ministero della Difesa in un tweet

Ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva annunciato il ritiro dei soldati americani dalla Siria e un'imminente operazione turca nel nord del Paese. Dichiarazioni ritrattate in parte oggi da fonti dell'amministrazione di Washington, che parlano di un ridispiegamento di 50-100 militari verso altre basi all'interno della Siria. "Abbiamo o un piccolo numero di uomini delle forze speciali nella zona delle operazione. Il fatto che li stiamo spostano non è una luce verde - hanno sottolineato - Noi abbiamo chiarito molto bene ai turchi che non sosteniamo l'operazione e che non saremo coinvolti nell'operazione".

Nel frattempo il vice ministro degli Esteri di Damasco, Faisal Miqdad, ha annunciato che la Siria "difenderà tutto il territorio siriano e non accetterà nessuna forma di occupazione ". "La Siria è assolutamente indivisibile", ha aggiunto Miqdad.

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