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Lunedì, 22 Giugno 2015 03:51

Papa Francesco a Torino: anziani e poveri vittime della "cultura dello scarto"

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Torino - No alla corruzione, no alla collusione con le mafie, no all'attendismo e si' al coraggio.
  E' il monito che Papa Francesco ha lanciato da Torno, dove e' andato per l'ostensione della Sindone e dove ha incontrato i rappresentanti del mondo del lavoro.

"No alle collusioni mafiose, alle truffe, alle tangenti, e cose del genere" ha gridato in piazzetta Reale "Siamo chiamati a ribadire il no all'idolatria del denaro, che spinge ad entrare a tutti i costi nel numero dei pochi che, malgrado la crisi, si arricchiscono, senza curarsi dei tanti che si impoveriscono, a volte fino alla fame. Siamo chiamati a dire no alla corruzione, tanto diffusa che sembra essere un atteggiamento, un comportamento normale.
  Ma non a parole, con i fatti. Solo cosi', unendo le forze, possiamo dire no all'inequita' che genera violenza".

"L'esclusione dei poveri e la difficolta' per gli indigenti a ricevere l'assistenza e le cure necessarie, e' una situazione che purtroppo e' presente ancora oggi". Lo ha denunciato papa Farncesco nel discorso pronunciato al Cottolengo. "Sono stati fatti grandi progressi nella medicina e nell'assistenza sociale, ma si e' diffusa anche una cultura dello scarto, come conseguenza di una crisi antropologica che non pone piu' l'uomo al centro, ma il consumo e gli interessi economici", ha detto individuando "tra le vittime di questa cultura dello scarto" in particolare gli anziani, la cui "longevita' non sempre viene vista come un dono di Dio, ma a volte come un peso difficile da sostenere, soprattutto quando la salute e' fortemente compromessa".

Secondo il Papa, "questa mentalita' non fa bene alla societa'". Ed occorre "sviluppare degli 'anticorpi' contro questo modo di considerare gli anziani, o le persone con disabilita', quasi fossero vite non piu' degne di essere vissute". Francesco ha evocato "la tenerezza" con la quale il Cottolengo" ha amato queste persone". "Qui - ha detto il Papa - possiamo imparare un altro sguardo sulla vita e sulla persona umana!". "Cottolengo ha meditato a lungo la pagina evangelica del giudizio finale di Gesu', al capitolo 25 di Matteo. E non e' rimasto sordo all'appello di Gesu' che chiede di essere sfamato, dissetato, vestito e visitato. Spinto dalla carita' di Cristo ha dato inizio ad un'Opera di carita' nella quale la Parola di Dio ha dimostrato tutta la sua fecondita'", ha concluso, sottolineando che "da lui possiamo imparare la concretezza dell'amore evangelico, perche' molti poveri e malati possano trovare una casa, vivere come in una famiglia, sentirsi appartenenti alla comunita' e non esclusi e sopportati". 

"Don Bosco - ha ricordato il Papa che con la sua visita celebra anche il secondo centenario del fondatore dei salesiani - ci insegna che il metodo migliore e' quello preventivo: anche il conflitto sociale va prevenuto, e questo si fa con la giustizia". Papa Francesco ha concluso il suo incontro con il mondo del lavoro pronunciando un appello all'iniziativa per uscire dalla crisi. "Non basta - ha scandito aspettera la ripresa, aspettiamo la ripresa... aggiungo una parola che non vorrei che non fosse retorica. Coraggio non significa pazienza, ma osare: siate coraggiosi andate avanti siate creativi, siate artigiani del futuro con la forza di quella speranza che ci da' il Signore, che non delude mai". Nel suo discorso, il Papa ha anche citato la Costituzione Italiana che, ha detto, "dichiara fin dall'inizio che il lavoro e' fondamentale".

"Lo e' - ha continuato - ed e' necessario che l'intera societa', in tutte le sue componenti, collabori perche' esso ci sia per tutti e sia un lavoro degno dell'uomo e della donna. Questo richiede un modello economico che non sia organizzato in funzione del capitale e della produzione ma piuttosto del bene comune. E, a proposito delle donne, E' una sfida molto impegnativa, da affrontare con solidarieta' e sguardo ampio; e Torino e' chiamata ad essere ancora una volta protagonista di una nuova stagione di sviluppo economico e sociale, con la sua tradizione manifatturiera e artigianale e nello stesso tempo con la ricerca e l'innovazione".

"Torino - ha poi sottolineato - e' storicamente un polo di attrazione lavorativa, ma oggi risente fortemente della crisi: il lavoro manca, sono aumentate le disuguaglianze economiche e sociali, tante persone si sono impoverite e hanno problemi con la casa, la salute, l'istruzione e altri beni primari.
  L'immigrazione aumenta la competizione, ma i migranti non vanno colpevolizzati, perche' essi sono vittime dell'inequita', di questa economia che scarta e delle guerre".
  "In questa situazione, che non riguarda solo Torino ma e' globale e complessa, non si puo' solo aspettare la ripresa", ha spiegato rilevando che "a Torino e nel suo territorio esistono ancora notevoli potenzialita' da investire per la creazione di lavoro: l'assistenza e' necessaria, ma non basta: ci vuole promozione, che rigeneri fiducia nel futuro". (AGI)

 

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