Liliana Segre, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, e nominata senatrice a vita, parla di questa tragedia nel documentario di Canale5 in onda oggi in seconda serata. Un documentario del quale la stessa Segre parla come un canale per aprire la mente ai giovani e a chi dice ancora che quel tempo non è esistito. Il documentario è stato realizzato da Roberto Olla, con le musiche a
firma della pianista Giuseppina Torre (composizioni tratte dal suo ultimo disco “ Life Book ”).
" I miei incontri con i ragazzi sono come una missione, una missione morale, ma senza mai parlare di odio e di vendetta e parlando invece possibilmente molto di amore ", dice la senatrice.
Con le sue parole raggiunge migliaia di giovani e riesce a coinvolgerli. Quando ascoltano lei, per i ragazzi la storia non è più una materia secondaria e quasi abbandonata. Diventa viva ed emozionante: la sua deportazione con la famiglia su un vagone bestiame dal binario sotterraneo e segreto della stazione di Milano, il binario 21, le deportazioni in tutta l’Italia occupata, dalla prima che colpisce la comunità ebraica di Merano a Roma e alle altre città, l’amicizia con Primo Levi, l’impegno di Eli Wiesel, i suicidi di molti sopravvissuti, la battaglia contro l’indifferenza e contro il negazionismo.
Poi Liliana segre continua: "
"Vorrei incontrare i negazionisti, perché uno che dicesse a me che io non c’ero...beh...sarebbe un’esperienza psichedelica, non so, aliena! "