ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 15 Ottobre 2019 17:28

Già 275mila sfollati in Siria Di Maio: 'La Turchia si fermi subito'

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Oltre alla sospensione delle esportazioni future di armi alla Turchia, che avverrà per decreto, l'Italia avvierà anche "un'istruttoria dei contratti in essere" con Ankara. Prosegue intanto l'offensiva turca nell'area di Tal Abyad, Erdogan annuncia che "sono stati conquistati 1000 km quadrati" e sfida l'Occidente: sosteneteci o accogliete i rifugiati

"Il bilancio delle vittime" dell'azione unilaterale della Turchia in Siria "è già drammatico e inaccettabile, con centinaia di morti ed effetti devastanti sul piano umanitario". Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in un'informativa alla Camera sulla Siria denunciando "il brutale assassinio di Hevrin Khalaf", l'attivista curda uccisa sabato.

"La Turchia è il solo responsabile dell'escalation e deve sospendere immediatamente le operazioni militari". Sono questi i "due messaggi fondamentali sui quali abbiamo lavorato attivamente" ieri a Lussemburgo, durante la riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue, secondo quanto detto dal titolare della Farnesina ribadendo che l'Italia non crede che "debba essere militare la risposta alla crisi siriana" e sottolineando che "la storia ci ricorda come l'intervento militare abbia finito per alimentare ulteriori destabilizzazioni in favore di un successivo riassestamento locale della minaccia: gli scenari libico e iracheno ne sono la palese testimonianza". La convinzione del governo italiano, ha insistito il titolare della Farnesina, è che "si possa trovare una composizione stabile e duratura solo attraverso la diplomazia ed il dialogo politico: bisogna lavorare per mettere in campo ogni possibile strumento diplomatico per fermare l'azione della Turchia". E, in vista del vertice europeo di giovedì e venerdì dal quale si attende "un segnale tangibile", l'Italia "non farà mancare il proprio attivismo e contributo".

E dopo aver espresso "profonda gratitudine" dell'Italia ai curdi siriani per la loro lotta all'Isis ("La minaccia di Daesh - ha ammonito - resta gravissima e concreta"), ha ricordato come "con la Turchia siamo legati dal vincolo dell'Alleanza atlantica, ma ciò non toglie che l'Italia debba immediatamente condannare l'avvio dell'operazione militare" da parte della Turchia, "sia in ragione del prezzo umanitario di tale intervento che riteniamo inammissibile, sia in ragione del rischio che possa pregiudicare gli sforzi anti Daesh cui l'Italia ha dato il suo contributo". "E' grazie al contributo determinante delle forze curde - ha riconosciuto il titolare della Farnesina - che si è riusciti a eliminare della minaccia territoriale" del califfato, "i risultati della coalizione anti Daesh non sarebbero mai stati raggiunti senza il contributo dei curdi siriani, ai quali va il nostro ringraziamento e la nostra profonda gratitudine". Il ministro ha quindi ribadito che l'offensiva turca "rischia di vanificare quanto fin qui acquisito, intaccando la capacità delle forze curde di sorvegliare le strutture in cui sono detenuti migliaia di foreign fighters, creando terreno fertile per una recrudescenza del fenomeno terroristico".

In ogni caso "nelle prossime ore formalizzeremo tutti gli atti per bloccare le esportazioni di armi alla Turchia. E sarà inoltre "aperta un'istruttoria per i contratti in essere": "In questo senso ribadisco la mia ferma intenzione di esercitare pienamente tutti i poteri che ci conferisce la legge".

"E' significativa - ha detto ancora Di Maio - la presa di posizione del nostro Parlamento, che ha deciso, d'intesa con il Parlamento europeo, di annullare la partecipazione ai lavori dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo prevista a Istanbul a partire da giovedì 17".

"La Turchia è il solo responsabile dell'escalation" in Siria e "deve sospendere immediatamente le operazioni militari". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un'informativa in Aula alla Camera, aggiungendo che la soluzione alla crisi siriana non può essere militare, e che l'offensiva turca sta avendo "effetti devastanti sul piano umanitario". L'Italia quindi, oltre alla sospensione delle esportazioni future di armi alla Turchia, avvierà "un'istruttoria dei contratti in essere" con Ankara.

"Voglio sentire anche io il presidente Erdogan - annuncia il premier Giuseppe Conte, spiegando che "non si tratta solo di fermare le forniture militari, tutte le iniziative vanno messe in campo. L'esercito turco deve tornare indietro".

Anche la Gran Bretagna, nel frattempo, annuncia - con il ministro degli Esteri Dominic Raab - la sospensione di "ulteriori licenze" alla Turchia per forniture di "equipaggiamenti che possano essere usate in operazioni militari in Siria". Raab condanna quella turca come "un'azione sconsiderata e controproducente, che dà forza alla Russia e al regime di Assad", dicendo di non aspettarsela "da un alleato".

Trump intanto ha dato il via libera alle sanzioni Usa alla Turchia, che colpiscono tre ministri in carica. Si tratta del ministro della Difesa, Hulusi Akar, del ministro dell'Interno, Suleyman Soylu, e del ministro dell'Energia, Fatih Donmez, oltre ai ministeri della Difesa e dell'Energia nel loro insieme.

Ma Erdogan tira dritto: "Abbiamo salvato dall'occupazione dei terroristi mille chilometri quadrati di territorio" nel nord-est della Siria. "Presto metteremo in sicurezza" l'intero confine turco-siriano "da Manbij al confine con l'Iraq", ha aggiunto, confermando così l'intenzione di estendere l'offensiva anche ai centri strategici ancora sotto il controllo delle milizie curde, come Kobane e la 'capitale' del Rojava, Qamishli. "Ci assicureremo che i rifugiati tornino a casa", ha aggiunto il leader turco parlando da Baku, dove si trova per un vertice regionale.

"In una prima fase riporteremo a casa un milione di rifugiati siriani, in una seconda tappa 2 milioni di rifugiati" nella zona di sicurezza che stiamo creando con l'offensiva contro i curdi nel nord-est della Siria, ha fatto sapere. 

 Le forze della Coalizione anti-Isis a guida Usa hanno confermato il loro ritiro dalla zona contesa di Manbij, nel nord della Siria, dove ora sono in pieno controllo le forze governative siriane e la polizia militare russa. Lo riferiscono media panarabi secondo cui in questo modo è stata di fatto arrestata sul nascere l'offensiva delle milizie arabo-siriane filo-turche contro Manbij e la zona a ovest dell'Eufrate. 

L'offensiva militare turca prosegue e ha provocato finora oltre 275.000 sfollati. Lo ha annunciato l'Amministrazione autonoma del Rojava. Secondo una nota, tra gli sfollati vi sono 70.000 minori, costretti a lasciare diverse aree delle province settentrionali di Hasakeh e Raqqa a seguito della campagna militare turca iniziata il 9 ottobre contro le zone controllate dai curdi in Siria settentrionale e nord-orientale.

Di Maio: Turchia si fermi subito

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