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Mercoledì, 23 Ottobre 2019 14:45

Cile, il presidente Piñera chiede perdono e presenta le riforme

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Sebastián Piñera Presidente del Cile Sebastián Piñera Presidente del Cile

Il presidente del Cile, Sebastián Piñera, ha chiesto perdono ai suoi connazionali per non aver compreso la situazione nelle sue reali dimensioni ed ha annunciato la creazione di "un'agenda sociale" che include, tra le altre cose, l'aumento del salario minimo. Sebastián Piñera ha dichiarato che incontrerà i leader dell'opposizione. Ma il 69enne presidente cileno ha anche parlato alla piazza senza intermediari: in un discorso pronunciato da La Moneda si è impegnato ad aumentare del 20% le pensioni minime, ridurre il prezzo dei medicinali e stabilizzare quello dell'elettricità. Un netto cambio di direzione dopo le violente manifestazioni di dissenso, che l'avevano portato a definire "criminali" i manifestanti e a dichiarare loro guerra. Le tensioni si sono dunque sciolte, come nell'abbraccio filmato e divenuto virale tra una manifestante e un agente di polizia durante gli scontri a Santiago, ma non sono archiviate.

"I diversi governi non sono o non siamo stati capaci di riconoscere questa situazione in tutte la sua grandezza. Questa situazione di iniquità e abusi, che ha comportato un'espressione genuina e autentica da parte di milioni di cileni. Ammetto questa mancanza di visione e chiedo perdono ai miei compatrioti", ha dichiarato in conferenza stampa.

Pinera ha quindi proposto la creazione di un tavolo di lavoro per "perfezionare ed accelerare" diverse iniziative di "una nuova agenda sociale". Tra le misure in programma l'aumento del salario minimo da 300mila a 350mila pesos al mese.

Nel suo programma di riforme, Piñera ha aggiunto di voler ridurre il prezzo dei medicinali per i poveri, garantire un salario minimo di 480 dollari al mese, riequilibrare le disparità nei bilanci delle amministrazioni locali al fine di sostenere le aree più povere. Il presidente ha inoltre annunciato un nuovo scaglione fiscale del 40% per coloro che guadagnano più di 11.000 dollari al mese, oltre al taglio degli emolumenti dei legislatori e dei funzionari pubblici.

Secondo Piñera, le recenti proteste possono trasformarsi in un'opportunità per il Cile e in una spinta ad adottare "misure concrete e urgenti" per arginare le profonde disuguaglianze della quinta economia più grande dell'America Latina.

Il bilancio a martedì è di 15 morti e 2.643 arresti. In una comunicazione effettuata dal Palazzo della Moneda, il sottosegretario agli Interni Rodrigo Ubilla ha precisato che 11 delle morti sono avvenute nella regione di Santiago del Cile, tutte coinvolte in incendi e saccheggi, principalmente in centri commerciali; le ultime tre a La Serena, Coquimbo e lungo la statale 5 Sur. Rispetto alle 24 ore precedenti, comunque, "si è notata una diminuzione significativa dei fatti violenti associati a saccheggi, vandalismi e delinquenza".

Amnesty denuncia violazioni dei diritti e arresti arbitrari - Amnesty International ha sollecitato il presidente cileno Sebastián Piñera a garantire il rispetto dei diritti umani durante lo stato d'emergenza, sottolineando che questa decisione, con cui si affidano alle forze armate funzioni di mantenimento dell'ordine pubblico, non fa che aumentare i rischi che si commettano violazioni. Lo si legge in un comunicato dell'organizzazione a tutela dei diritti umani. "Già nei giorni scorsi, nel contesto delle proteste contro l'aumento del prezzo dei trasporti pubblici, le forze di sicurezza hanno impiegato forza eccessiva e sono stati segnalati arresti arbitrari di manifestanti", denuncia Amnesty. "Invece di reprimere le proteste, il governo cileno dovrebbe trovare soluzioni alle richieste provenienti dalle proteste e indagare su tutte le denunce di violazioni dei diritti umani segnalate nel corso delle manifestazioni", ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.

 

 

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