Alla lunga i muri portanti cedono ed è la fine. Anche la fine dell’epopea del calcestruzzo, che per fortuna i Romani non conoscevano - altrimenti non avremmo conservato nulla di quel mondo antico -, contribuisce a creare crolli di archi e colonne appesantite per dare forma.
La vicenda che racconterò in presa diretta è legata ai vari casi di proprietari pluri eredi assenteisti, lontani o indaffarati ad altro o persino rinunciatari dell’eredità. Sono loro i diretti responsabili del degrado, in quanto non interessati a valorizzare un proprietà degradata da dividere con troppe persone.
Queste persone operano nei condomini come guasta feste, impenetrabili e refrattari a ogni tentativo di modernizzazione – vedi ascensore – comprese le manutenzioni vitali di cui si parlava prima.
Tali comportamenti sono persino coperti da amministratori sedicenti i quali, meno vengono coinvolti, meno lavorano, continuando a incassare le quote condominiali, senza fare null’altro che l’ordinario e in qualche caso nemmeno quello.
La vicenda di cui parliamo ha avuto un nostro interessamento in un articolo precedente: Taranto – Amministratore condominio non paga fatture all’Acquedotto lasciando gli utenti senz’acqua.
La vicenda di quel condominio ha avuto una soluzione positiva dal momento che i condomini, che avevano ricevuto dall’Acquedotto un ultimatum definitivo con lo svellimento dell’impianto idrico e fognario, si sono autoconvocati in tutta fretta con contatti a voce per riuscire in modo rocambolesco dal 30 agosto all’11 settembre, fare due assemblee con la maggioranza dei due terzi, nominare un amministratore tra i condomini, fare le pratiche di trasferimento del conto corrente postale, all’agenzia delle Entrate, attendere col patema d’animo di visualizzare i versamenti sul conto, arrivare a pagare il 40% lo stesso giorno di scadenza - 11 settembre - con l’impresa, che doveva togliere il contatore, che era già partita da Bari.
Tutto a posto? No. Perché appunto vengono fuori gli eredi di tre appartamenti, di cui due vuoti, che non sono stati avvisati normalmente tramite lettera o meglio raccomandata, che non rispondono alle telefonate - che non sono un metodo corretto di convocazione. Avete capito, la causa di forza maggiore di cui abbiamo parlato prima non viene tirata in ballo perché la vicenda è tutta imbrigliata nelle corrette procedure dietro le quali si trincerano i proprietari assenteisti . Il condomine ‘amministratore’ viene avvisato da un avvocato che vuole i materiali delle deliberazioni. Il condomine invia una lettera all’avvocato che in parte raccontiamo, ovviamente eliminando i nomi.
"Egregio Avvocato, quando l’ho sentita sorridevo, sa perché? Perché nella vita taluno si aspetta sempre un grazie, per aver risolto un problema, ma tant'è! Sono da poco proprietario di un appartamento e sin dall’inizio ho voluto capire perché lo stabile era messo in quelle condizioni pietose: portone vecchio, mura scalcinate, sporcizia e scarafaggi, finestre sgarrupate e una, tra il secondo e il terzo piano, con vetro rotto e ricoperto da una plastica rinveniente da busta di pattume, messa con tanto scotch di imballaggio.
Tuttavia la cosa che mi stupisce nella sua lettera è che la cliente cada dalle nuvole per lo stupore. Sa in cosa sbaglia? Nel fatto che la ragione fondante, il casus belli, è il rapporto tra acquedotto e condomini che alla signora sfugge. Perché lei – vivaddio non le dò torto – come tanti cittadini soprattutto del Borgo, crede che l’acquedotto sia l’agenzia che fa le letture per i condomini. Allora la signora-cliente che non vive nello stabile, non sa che l’acquedotto comunica con il contatore del condomino, lasciando lì, nel vano del contatore le comunicazioni. Che chi ci abita e si fa la doccia o lava i panni sa cosa vuol dire.
Certo il suo affittuario avrebbe dovuto informarla, comunque resta un problema suo il “non sapere” tra l’altro che il rapporto dell’Idraulica SRL è con l’amministratore e non con l’acquedotto. Il problema è che tutti i condomini dello stabile dal settembre 2017 fino al luglio 2019, pensavano di aver pagato l’acquedotto, dal documento che le allego l’acquedotto non vede un soldo dal condominio per tutto quel periodo, anche se l’am ministatore - leggo l’ultimo bilancio consuntivo del 2017-, affermava di aver pagato e per almeno 863 euro ha detto il falso in bilancio e ora, siamo stati costretti a ripagare tre anni di ammanco e noi lo stiamo facendo - la sua assistita no - su imposizione dell’acquedotto e non dello scrivente.
La lettera fa un lungo excursus sui rapporti tra alcuni condomini volenterosi che sin dal luglio 2019 fanno la spola tra acquedotto e l’amministratore dello stabile, che in pieno agosto si defila in ferie lasciando il condominio nei guai, con un ultima postilla legata ai proprietari assentisti che hanno impugnato le delibere di assemblee straordinarie
"Abbiamo fatto inviti a voce, per telefono, via wahtsapp, sms - non avevamo il suo indirizzo -, Lei sa che la legge impone agli eredi di comunicare il nome della persona che seguirà i rapporti, per evitare di aver decine di raccomandate con spese a carico. Indirizzo noto all’amministratore e che noi non avevamo. Ma forse le telefonate e i messaggi a cui non si è risposto, perché a vostro dire non si è obbligati, non depongono a favore di una causa, ma del buongusto di vivere sì."
Al di là della vicenda singola, a nostro avviso. tale caso potrebbe trovare una conclusione nella definizione di una strategia collettiva e politica: additare questi proprietari assenteisti come responsabili del degrado del Borgo di Taranto, incuranti delle pertinenze comuni, della tenuta dello stabile e quindi palesemente da indicare come responsabili anche dei futuri crolli e il Borgo di Taranto, per almeno due palazzi, può raccontarlo.